Usa-Iran, Sako: la regione, «vulcano in procinto di esplodere»

Il patriarca caldeo di Baghdad parla di «sconvolgente escalation, decisioni emotive e impulsive, mancanza di saggezza e senso di responsabilità»

«Un vulcano in procinto di esplodere». Il cardinale Louis Raphael Sako sceglie queste parole, celebrando la Messa dell’Epifania nella cattedrale di San Giuseppe, a Baghdad, per descrivere la situazione nel Paese e in tutta la regione, all’indomani dell’uccisione a Baghdad del generale iraniano Qassem Soleimani, rivendicata dal presidente Usa Donald Trump. Il motivo: «La sconvolgente escalation, le decisioni emotive e impulsive, la mancanza di saggezza e senso di responsabilità». Al contrario, «è necessaria la saggezza, per evitare l’eruzione del vulcano in procinto di esplodere».

Davanti ai numerosi fedeli accorsi alla celebrazione – nonostante le tensioni nella Capitale irachena – il cardinale ha rivolto il suo appello «alle persone sagge di tutto il mondo perché evitino questa eruzione, poiché saranno le persone innocenti il carburante di questo fuoco». Nelle sue parole anche un pressante appello alla preghiera a cristiani e musulmani, «affinché i responsabili delle decisioni agiscano saggiamente e valutino attentamente le conseguenze delle loro strategie».

Mar Sako si è poi soffermato sul significato e l’importanza della festa dell’Epifania per i cristiani, ricordando «l’amore di Dio per l’uomo che ha creato, perché viva una relazione fraterna di amore e di pace con l’altro. Ringraziamo Dio – ha concluso – e chiediamo la protezione della nostra gente, del nostro Paese e della nostra regione».

Solo due giorni prima, sabato 4 gennaio, riferendosi all’uccisione del generale Soleimani, il primate caldeo aveva affermato che «gli iracheni sono sotto shock per quanto accaduto nell’ultima settimana. Essi temono che l’Iraq diventi un campo di battaglia, piuttosto che un Paese sovrano, capace di proteggere i suoi cittadini e la sua ricchezza. In circostanze così critiche e tese – le parole del cardinale -, è saggio riunire intorno ad un tavolo tutte le parti interessate perché abbiano un dialogo ragionevole e civile che risparmi conseguenze inimmaginabili per l’Iraq. Imploriamo il Dio Onnipotente di concedere all’Iraq e alla regione quella vita pacifica, stabile, sicura e normale che tutti desideriamo».

Migliaia gli iracheni che, nella mattinata, avevano partecipato al corteo funebre del generale iraniano, sfilando tra le vie del distretto di Kazimiya, dove si trova un santuario sciita. Al termine, nella zona verde di Baghdad si è tenuto un funerale nazionale ufficiale alla presenza di molti leader iracheni. I resti di Soleimani saranno portati in Iran dopo la cerimonia. Nel frattempo, il nuovo raid aereo Usa a nord della Capitale, nel quale è rimasto ucciso un comandante del gruppo paramilitare iracheno filo-iraniano Hashed Al Shaabi. La tensione fra Stati Uniti e Iran resta altissima con Trump che ribadisce di non volere la guerra, ma che si dice pronto «a qualunque risposta sia necessaria». «Prepara le bare», la risposta della guida suprema iraniana Khamenei.

7 gennaio 2020