Usa e Germania pronte a inviare i tank in Ucraina

Le indiscrezioni sull’intesa Biden – Scholz arrivate dalla stampa. La replica di Mosca: «Distruggeranno i carri armati M1 Abrams americani e altre armi Nato»

Il nodo dei carri armati all’Ucraina sembra essersi sciolto. Dalla stampa arrivano indiscrezioni circa un’intesa tra il presidente americano Joe Biden e il cancelliere tedesco Olaf Scholz: gli Stati Uniti sarebbero pronti a inviare gli Abrams M1, punta di diamante dell’equipaggiamento militare americano, e la Germania, dal canto suo, a fornire i Leopard finora negati. I due, dunque, avrebbero trovato l’accordo sulla questione dei tank, dopo settimane di trattative e di polemiche. Un successo diplomatico per il cancelliere, sotto pressione da giorni per aver rifiutato di far andare la Germania avanti da sola.

La notizia è rimbalzata in fretta, dagli Stati Uniti al cuore dell’Europa. Prima il Wall Street Journal ha scritto del via libera dell’America; quindi lo Spiegel ha pubblicato le sue rivelazioni sulla virata tedesca. Immediata la replica di Mosca. Secondo quanto riporta la Tass, l’ambasciatore russo negli Usa Anatoly Antonov ha assicurato che le forze armate russe distruggeranno i carri armati M1 Abrams di fabbricazione statunitense e altri equipaggiamenti militari della Nato se verranno forniti all’Ucraina. Antonov parla dell’obiettivo di Washington di una «sconfitta strategica» da infliggere alla Russia. Gli americani, afferma, «stanno costantemente alzando l’asticella dell’assistenza militare al loro governo fantoccio». In ogni caso, «se verrà presa la decisione di trasferire a Kiev gli M1 Abrams, i carri armati americani saranno senza dubbio distrutti come tutti gli altri equipaggiamenti militari della Nato».

Dopo il rappresentante diplomatico, a intervenire è il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, citato dall’agenzia Interfax. I carri armati Abrams in Ucraina «bruceranno nello stesso modo degli altri», le sue parole. Peskov ribadisce quindi «l’assurdità» della decisione di inviare i carri armati: «Sotto l’aspetto tecnologico questo è un piano abbastanza fallimentare – osserva – e soprattutto una chiara sopravvalutazione del potenziale che andrà ad aggiungersi alle forze armate ucraine. Tutto questo ricadrà prima di tutto sulle spalle di quelli che in Europa pagano le tasse mentre gli americani come sempre come minimo non subiranno perdite, ma molto probabilmente ne trarranno profitto», osserva.

Dall’Europa intanto anche la Spagna sta preparando l’adesione al piano internazionale per inviare carri armati Leopard in Ucraina, riferisce il quotidiano madrileno El País, secondo cui Madrid sarebbe pronta ad allinearsi a questa decisione quando la Germania scioglierà ogni riserva al riguardo. «Manterremo l’unità e ci coordineremo con il resto degli alleati e, soprattutto, con l’Europa», ha detto il premier Pedro Sánchez intervenendo ieri, 24 gennaio, in Parlamento. È sul terreno, comunque, che si attende la vera svolta, con l’arrivo delle «armi più forti» invocate dal segretario generale Nato Jens Stoltenberg nella prima riunione bilaterale ufficiale con il neo ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius. In concreto, per ora sono in ballo «un numero consistente» di Abrams americani e 14 Leopard 2A6 provenienti dalla Bundeswehr, anche se la Germania al momento sta valutando le possibilità dell’industria. Ma con l’ok di Berlino, rende noto Abc News, altri 12 Paesi europei (Polonia in testa) sarebbero pronti a inviare almeno altri 100 superpanzer tedeschi. Un’unica condizione all’intesa con Washington, ripetuta quotidianamente dal cancelliere tedesco: «La Nato non diventi parte del conflitto».

25 gennaio 2023