Usa: decade il Titolo 42, usato per 3 anni per bloccare le richieste di asilo

Medici senza frontiere: «Ottima notizia: ha messo in pericolo moltissime persone. Ma ora nuove barriere al diritto esporranno altre persone a violenze e pericoli»

Alla mezzanotte dell’11 maggio, l’amministrazione Biden ha messo fine al Titolo 42, varato da Donald Trump nel 2020 e poi confermato da Joe Biden. Una misura di salute pubblica utilizzata per bloccare ed espellere le persone in cerca di protezione al confine meridionale degli Stati Uniti, attraverso la quale è stato possibile espellere oltre 2,8 milioni di persone dagli Usa verso le città lungo il confine con il Messico. Il risultato: una catastrofe umanitaria per i migranti in cerca di sicurezza e di una vita migliore negli Stati Uniti, della quale sono stati testimoni i team di Medici senza frontiere (Msf), presenti in città come Reynosa, Matamoros, Piedras Negras e Ciudad Acuña. Migliaia le persone vulnerabili rimaste senza accesso a servizi sanitari di base e di salute mentale, senza cibo né riparo, ed esposte a condizioni climatiche estreme.

Per questo Adriana Palomares, capomissione di Msf in Messico e America Centrale, definisce «un’ottima notizia» il fatto che il Titolo 42 sia decaduto. «La salute pubblica è stata ingiustamente utilizzata per bloccare le richieste di asilo e ha messo in pericolo moltissime persone – commenta -. Speravamo che con la fine del Titolo 42 venissero ripristinati i processi di accoglienza per coloro che cercano protezione. Purtroppo, l’amministrazione Biden sembra intenzionata a imporre nuove barriere all’accesso all’asilo, anche attraverso la norma finale pubblicata l’11 maggio che impedirà a molti di accedere alla protezione di cui hanno disperatamente bisogno. Sappiamo che le politiche di deterrenza non funzionano – aggiunge -, e tutto ciò non farà altro che esporre altre persone a violenza e pericolo».

In concreto, il governo Usa tornerà a trattare le persone migranti in base alla legge sulla migrazione esistente, nota come Titolo 8, in base alla quale i migranti possono incorrere in una multa o in una sanzione prima di essere espulsi. Se vengono sorpresi nel tentativo di rientrare negli Usa, possono incorrere in accuse penali e nel divieto d’accesso negli Stati Uniti o di richiedere l’asilo per un periodo che va dai 5 ai 20 anni. A questo si aggiungono poi le nuove politiche sulla migrazione recentemente varate dall’amministrazione Biden. Nell’analisi di Palomares, «l’amministrazione Biden aveva promesso di costruire un sistema sicuro, equo ed umano, mentre ha continuato o ampliato gli sforzi per impedire alle persone di chiedere asilo al confine meridionale degli Stati Uniti. Per molti dei pazienti che curiamo lungo la rotta migratoria, il ritorno a casa non è un’opzione. Respingere le persone migranti, trattenerle, abbandonarle o rendere il processo così difficile da indurle a rinunciare a raggiungere gli Stati Uniti è una politica crudele che mette solo in pericolo le persone».

Un esempio. Al momento per migliaia di persone che si trovano al confine settentrionale del Messico, l’unico modo per richiedere asilo è attraverso Cbp One, un’applicazione per cellulari: l’unica via per fissare gli appuntamenti per la richiesta. Una barriera spesso insormontabile, dato che le persone rimangono bloccate per mesi in condizioni estremamente difficili, senza elettricità e accesso a internet.

12 maggio 2023