Università Salesiana, il dolore e la volontà di reagire
Investito dall’emergenza, con 62 contagiati e un sacerdote morto, l’ateneo rilancia l’impegno per didattica, ricerca, servizio al territorio
Declinare il carisma educativo salesiano in un’ottica sempre più costruttiva e di crescita. È questa la sfida che l’Università Pontificia Salesiana, nel quartiere Nuovo Salario, si è posta nel corso dell’emergenza coronavirus. «In tempo di pandemia – spiega don Mauro Mantovani, rettore dell’ateneo e presidente della Cruipro, la Conferenza dei rettori delle università ed istituti pontifici di Roma – ci si è resi conto della centralità e delle profonde necessità legate ad una dimensione educativa che punti alla persona umana, considerata in tutte le sue dimensioni e chiamata alla relazione».
È in queste parole che si condensa la missione ispiratrice dell’ateneo, impegnatosi sin da subito a far fronte a esigenze inaspettate: «Abbiamo avviato e implementato immediatamente la didattica a distanza anche grazie all’utilizzo di una piattaforma telematica alla quale già ricorrevamo – prosegue il rettore –. Ai docenti è stato poi chiesto di riformulare gli obiettivi didattici, e agli studenti di compilare nel periodo pasquale un questionario per il monitoraggio dell’esperienza, i cui risultati sono stati piuttosto incoraggianti».
Un impegno condiviso che ha orientato la vita accademica anche quando l’emergenza sanitaria ha investito il campus universitario: 62 residenti contagiati, alcuni ricoverati, un sacerdote, padre Gregorio Jaskot, che ha perso la vita. Un bilancio doloroso che non ha tuttavia frenato la volontà di reagire dell’intera comunità, soprattutto in vista del prossimo anno accademico: «A guidarci in futuro saranno la dimensione della flessibilità e la capacità di adattamento», commenta don Mantovani, aggiungendo che a fare da filo conduttore nell’anno accademico 2020–2021 sarà un’espressione di Papa Francesco contenuta nella costituzione apostolica “Veritatis gaudium”, dove «le nostre istituzioni vengono invitate a portare avanti “una ricerca condivisa e convergente”, cioè a valorizzare l’attività di ricerca, che è richiesta all’università, insieme alla didattica e al servizio al territorio».
Ed è in perfetta sintonia con questa prospettiva che l’Ups ha promulgato lo scorso 24 maggio gli Statuti fenerali e di facoltà e l’Ordinamento degli studi rinnovati: «Un traguardo importante che è stato raggiunto il giorno in cui si celebra Maria Ausiliatrice, copatrona della congregazione salesiana, e nell’ottantesimo dalla fondazione della nostra istituzione», riferisce il rettore. Non solo: l’ateneo in questi giorni sta siglando anche una convenzione di cooperazione interuniversitaria con il Politecnico e con l’Università degli studi di Torino.
Le autorità accademiche hanno inoltre definito recentemente gli orientamenti e le scelte in vista del prossimo anno accademico: «Non intendiamo lasciare indietro nessuno – conclude don Mantovani –. Ci stiamo organizzando per assicurare la didattica presenziale ma, laddove non sia possibile, manterremo attiva la possibilità di una didattica a distanza che rappresenta per noi una grande opportunità».
1 giugno 2020