Università “in uscita”, il modello indicato al Simposio dei docenti

Gli orientamenti emersi all’apertura del meeting promosso dall’Ufficio per la pastorale universitaria. Gli interventi del vescovo Leuzzi e di Fabiola Gianotti

Gli orientamenti emersi all’apertura dell’appuntamento promosso dall’Ufficio per la pastorale universitaria. Gli interventi del vescovo Leuzzi e di Fabiola Gianotti (Cern)

Una università “in uscita” è il modello cui aspirare affinché il mondo accademico possa realizzare a pieno il proprio compito non solo sul piano didattico ma anche umano. Questa la sintesi degli orientamenti emersi ieri, 22 giugno, nel corso della cerimonia inaugurale del XIV Simposio internazionale dei docenti universitari che ha per tema “La terza missione delle università, dei centri di ricerca e delle istituzioni dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica in Europa. Per uno sviluppo umano e globale”.

Gremita l’aula magna della Pontificia Università Lateranense che ha ospitato il pomeriggio di lavori e che sarà luogo di scambio e dialogo della tre-giorni promossa dall’Ufficio per la pastorale universitaria della diocesi di Roma, in collaborazione con il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, la rappresentanza in Italia della Commissione europea, il Comitato dei rettori delle università del Lazio e il Comitato dei rettori delle Università pontificie di Roma.

Nel suo saluto iniziale, il vescovo Lorenzo Leuzzi, direttore dell’Ufficio diocesano per la pastorale universitaria, ha evidenziato «l’importanza di rilanciare, nell’epoca del cambiamento, le due missioni primarie dell’università, ricerca e didattica», in una nuova sintesi che miri «alla progettualità in un contesto socio-culturale tutto da scoprire e da servire». Quanto alla responsabilità dei docenti in questa prospettiva, ha continuato, «non ci sarà e non potrà mai esserci una vera terza missione dell’università se non si lasceranno guidare da un profondo senso del dovere».

Il sindaco della Capitale, Virginia Raggi, ha auspicato che «da queste giornate di confronto derivi un contributo importante rispetto ai temi della solidarietà, l’interesse dei popoli e la partecipazione attiva dei cittadini» mentre la senatrice Valeria Fedeli, ministro dell’Istuzione e dell’Università, ha definito la terza missione «uno strumento fondamentale per il superamento dell’approccio tecnocratico» in grado di ridare spessore «alla dimensione umanistica su cui è fondata l’identità europea», ricordando la coincidenza di questo Simposio con il 60mo anniversario dei Trattati di Roma.

Alla tradizione classica ha guardato Ivano Dionigi, docente all’Università di Bologna, che nella sua lectio magistralis ha definito il ruolo stesso dell’istituzione accademica analizzandone i compiti permanenti e insostituibili: «Tradizione e traduzione, nel loro significato etimologico». Il docente deve «non solo “docere” ma anche “movere” la coscienza dell’allievo» affinché ci si abitui a «capire e cambiare guardando al passato per progettare il futuro».

Molto applaudita la presentazione del Cern ad opera della direttrice generale Fabiola Gianotti. La fisica ha presentato l’Organizzazione europea per la ricerca nucleare spiegando che «lo studio dell’infinitamente piccolo ci permette di compredere l’infinitamente grande andando all’origine». Quindi, ha motivato le ragioni di questo interesse per le questioni aperte della fisica affermando che «si tratta di passione per la conoscenza», del desiderio «di capire il mondo in cui viviamo e renderlo più degno di essere abitato».

I lavori del Simposio procedono oggi suddivisi nelle differenti sessioni per disciplina, alla Lateranense, mentre presso la sede distaccata dell’università di Tor Vergata di Villa Mondragone, a Monte Porzio Catone, avrà luogo l’incontro dei rettori europei e del Mediterraneo. Domani mattina, sempre presso l’Università Pontificia, la sintesi dei lavori e le prospettive di impegno per il XV Simposio Internazionale.

23 giugno 2017