Università Europea di Roma, «la croce, il libro e l’aratro»

Inaugurato l’anno accademico dell’ateno dei Legionari di Cristo. Il rettore Gallizia ne ricorda la missione con le parole di san Benedetto. L’arcivescovo Zani: «Favorire lo sviluppo della persona nella sua integralità

I primi dieci anni di vita sono un importante traguardo. Tanto più se a compierli è una istituzione accademica in un periodo estremamente precario per il sistema dell’istruzione nazionale, attraversato da molteplici emergenze e incognite. Fatto sta che l’Università Europea di Roma è già riuscita a segnalarsi per la validità e l’ampiezza della sua offerta didattica. L’ateneo, fondato nel 2005 dalla congregazione dei Legionari di Cristo, ha inaugurato il nuovo anno accademico con una cerimonia tenutasi ieri mattina, mercoledì 26 novembre, all’auditorium “Giovanni Paolo II” della struttura in via degli Aldobrandeschi, immersa nel verde e nella quiete a poca distanza dall’Aurelia.

Davanti alle autorità accademiche, ai docenti e agli studenti che riempivano la sala, è stato il rettore padre Luca Gallizia a esordire, sottolineando che questo decimo anniversario coincide anche con il cinquantesimo della beatificazione di san Benedetto da Norcia, patrono dell’Europa e dell’ateneo stesso. «“Messaggero di pace, operatore di unità, maestro di civiltà”» lo definì Papa Montini nel 1965, ha ricordato il rettore, soffermandosi su tre simboli della missione universitaria indicati dal santo: la croce, il libro e l’aratro. La croce, che nel percorso dell’Europa è stata «principio di unità umana e spirituale», si traduce in una «ricerca costante e coraggiosa della sintesi dei saperi»; il libro «è l’immagine dell’impegno nello studio» e l’aratro rimanda alla necessità di «arare il mondo, trasformarlo in profondità per renderlo fecondo» seguendo il magistero del Papa. L’obiettivo, ha chiosato il rettore, è quello di approfondire le radici cristiane dell’Europa per «gettare il seme del Vangelo nell’esteso campo della cultura di oggi».

A questa missione ha richiamato anche l’arcivescovo Angelo Vincenzo Zani, segretario della Congregazione per l’Educazione cattolica. Dopo aver messo in luce l’allontanamento della politica europea dalla propria tradizione e identità cristiana, il presule ha esortato a offrire una formazione che sappia seguire la «bussola del bene comune». L’intervento tenuto martedì 25 novembre da Papa Francesco al Consiglio e al Parlamento europeo, ha sottolineato monsignor Zani, «segna una nuova pagina per questa Europa che ha perso lo slancio ideale». Ecco perché le istituzioni accademiche devono «favorire lo sviluppo della persona umana nella sua integralità».  Un compito che l’Università Europea di Roma svolge attraverso 150 docenti e sette corsi di laurea (una magistrale a ciclo unico, 3 triennali e 3 magistrali) che afferiscono tutti al dipartimento di Scienze umane. Si aggiunge una ricca offerta formativa post laurea e uno sforzo importante nella ricerca, con progetti e borse di dottorato, ma anche proposte ricreative e di mobilità internazionale.

Programmi come Erasmus verranno sempre più incentivati, così come acquisirà maggiore peso la meritocrazia e l’efficienza delle università, ha quindi assicurato Gabriele Toccafondi, sottosegretario del ministero dell’Istruzione, dell’università e della ricerca. «Per gli atenei non statali è in corso di ripartizioni il finanziamento che supera di poco i 70 milioni di euro – ha annunciato  – in cui è stata inclusa una quota premiale del 18%». Un segnale importante per ridare pari dignità al sistema pubblico e privato. «Sono due facce della stessa medaglia ma l’obiettivo finale sono gli studenti con le loro necessità professionali e soprattutto umane. Servono maestri e luoghi di educazione veri – ha concluso Toccafondi – ma nulla potremmo senza rispondere all’esortazione di Papa Francesco: “Per favore, non fatevi rubare la speranza!”».

27 novembre 2014