#UnitiPossiamo: la campagna Cei per il sostegno ai sacerdoti diocesani

Al via gli spot su tv, media e stampa. Compagnoni (Servizio Promozione): «Al centro la comunità e il suo valore». Le offerte, «un modo per esprimere il nostro grazie»

Al via con il mese di novembre la campagna della Cei dedicata a sensibilizzare i fedeli sulla necessità di sostenere la missione dei sacerdoti diocesani. #UnitiPossiamo è l’hashtag che la caratterizza. Al centro infatti ci sono i presbiteri ma anche la comunità e il suo valore nella società. A proposito dei primi, una nota diffusa dalla Conferenza episcopale italiana li definisce «testimoni del Vangelo» che «ogni giorno ci offrono il loro tempo, ascoltano le nostre difficoltà e incoraggiano percorsi di ripresa. Si dedicano a tempo pieno ai luoghi in cui tutti noi possiamo sentirci accolti e si affidano alla generosità dei fedeli per essere liberi di servire tutti». Le offerte sono dunque «un modo per esprimere il nostro grazie a coloro che non solo rispondono alle molte emergenze innescate dalle crisi sociali ed economiche, ma sostengono quotidianamente i propri fratelli in difficoltà. I nostri preti, infatti, sono sempre al nostro fianco ma anche noi possiamo far sentire loro la nostra vicinanza», si legge ancora nella nota Cei.

La campagna 2022 fa però perno sulla comunità. A spiegarne il senso è il responsabile del Servizio Promozione per il sostegno economico alla Chiesa cattolica Massimo Monzio Compagnoni. «Abbiamo pensato che fosse giusto ed efficace – spiega – dare spazio e visibilità non solo ai sacerdoti ma anche a quelle realtà che, grazie ai loro pastori, sono sempre più unite nei valori cristiani, e che senza il loro prezioso punto di riferimento non potrebbero sopravvivere. Lo spot ruota intorno al concetto dell’unione e degli obiettivi che si possono raggiungere insieme», aggiunge.

Ideata e prodotta da Casta Diva Group la campagna della Cei Unitineldono.it, on air da novembre, si snoda tra spot tv, radio, web, stampa e racconta appunto, attraverso scorci di vita quotidiana, il ruolo chiave della “comunità”: dalle attività del doposcuola alle partite di calcio nell’oratorio, dall’impegno dei volontari a quello degli anziani, dall’assistenza all’ascolto dei più bisognosi. Comunità che sono vere e proprie protagoniste, motori delle numerose attività, coese intorno al proprio parroco. «Ogni offerta destinata al sostentamento dei sacerdoti è il segno tangibile della vicinanza dei fedeli, un mezzo per raggiungere tutti i preti, dal più lontano al nostro, e gli dà energia per continuare a svolgere la loro missione – aggiunge Compagnoni -. Basta anche una piccola somma ma donata in tanti».

Pianificata anche una campagna stampa, su testate cattoliche ma anche su quelle generaliste, sempre incentrata sui valori dell’unione e della condivisione. Tra le prime, anche Romasette.it e le altre aderenti alla Federazione italiana settimanali cattolici, che propongono storie di sacerdoti diocesani e delle loro comunità (la più recente da noi pubblicata è quella di monsignor Mancini e della parrocchia della Natività, altre seguiranno fino ad aprile). Pillole video “Perché dono” sono previste sul web e sui social. “Ci sono posti che esistono perché sei tu a farli insieme ai sacerdoti” o “Ci sono posti che non appartengono a nessuno perché sono di tutti” sono alcuni dei messaggi al centro della campagna stampa. E ancora: «Sono i posti dove ci sentiamo parte di una comunità». Nei brevi filmati invece alcuni donatori spiegano il perché della loro scelta di sostenere i sacerdoti e il rilievo che questi assumono nelle loro vite. Giovani, adulti, anziani con l’obiettivo comune di contribuire a sostenere i nostri preti. A supporto della nuova campagna  poi c’è anche la pagina web in cui sono indicate le modalità per le donazioni.

«Le offerte per i sacerdoti, diverse da tutte le altre forme di contributo a favore della Chiesa cattolica, sono espressamente destinate al sostentamento dei preti diocesani – chiariscono dalla Cei -. Dal proprio parroco al più lontano. L’offerta – aggiungono – è nata come strumento per dare alle parrocchie più piccole gli stessi mezzi di quelle più popolose, nel quadro della “Chiesa-comunione” delineata dal Concilio Vaticano II». Le donazioni «vanno a integrare la quota destinata alla remunerazione del parroco proveniente dalla raccolta dell’obolo in chiesa. Ogni sacerdote infatti può trattenere dalla cassa parrocchiale una piccola cifra (quota capitaria) per il proprio sostentamento, pari a circa 7 centesimi al mese per abitante. In questo modo, nella maggior parte delle parrocchie italiane, che contano meno di 5mila abitanti, ai parroci mancherebbe il necessario».

Destinate all’Istituto centrale Sostentamento clero, le offerte permettono di garantire, in modo omogeneo in tutto il territorio italiano, il sostegno all’attività pastorale dei sacerdoti diocesani. Da oltre 30 anni, infatti, questi non ricevono più uno stipendio dallo Stato, ed è responsabilità di ogni fedele partecipare al loro sostentamento. Le offerte raggiungono quindi circa 33mila sacerdoti al servizio delle 227 diocesi italiane e, tra questi, anche 300 preti diocesani impegnati in missioni nei Paesi del Terzo Mondo e circa 3mila ormai anziani o malati dopo una vita spesa al servizio degli altri e del Vangelo.

2 novembre 2022