Unitalsi e Banco Farmaceutico: «50mila disabili e malati vittime della povertà sanitaria»

Nel 2014 la percentuale sale del +33% sullo stesso periodo di riferimento dell’anno scorso. I dati sono stati presentati a Lourdes in occasione del via al progetto “Il cuore nello zaino” per donare i farmaci

Cinquantamila disabili italiani, dal 2013 a oggi, hanno perso forza economica per acquistare anche i farmaci da prescrizione medica. Se si considera che l’8% delle famiglie italiane ha un disabile in casa e che su 4 milioni di persone con handicap oltre il 48% vive da solo senza sostegno dei parenti, si genera un quadro preoccupante. Sono i dati esposti a Lourdes in occasione del lancio dell’iniziativa “Il cuore nello zaino” promossa dall’Unitalsi e dalla Fondazione banco farmaceutico onlus.

L’annuncio, fatto a Lourdes, è che verranno forniti gratuitamente i farmaci utilizzati dal servizio sanitario nazionale per gli zaini di primo soccorso Unitalsi impiegati in tutti i pellegrinaggi. L’iniziativa si svilupperà con altre due tappe per il 2015 con “Il treno della speranza” che prevede la fornitura di medicinali da Parte del Banco Farmaceutico a tutti i treni Unitalsi che partono per i pellegrinaggi e “Insieme nelle periferie del mondo” grazie alla quale anche le case di accoglienza per persone disabili e malate di UNITALSI, presenti in tutta Italia, potranno ricevere dal Banco Farmaceutico medicinali e materiale sanitario.

«Papa Francesco – dichiara Salvatore Pagliuca, presidente nazionale dell’Unitalsi – ci ha invitati ad andare nelle periferie esistenziali della nostra società ed oggi quella della povertà sanitaria è una nuova frontiera che apre scenari preoccupanti soprattutto per le tante troppe persone disabili che vivono da sole senza nessun sostegno nel nostro Paese. Con il Banco Farmaceutico parte oggi una collaborazione che sono convinto ci porterà lontano e che ci permetterà di donare una speranza a chi l’ha persa».

«Banco Farmaceutico – aggiunge Paolo Gradnik, presidente della Fondazione onlus – ha accettato la sfida dell’Unitalsi perché siamo convinti che per contrastare la crisi e le povertà da essa scaturite occorra fare rete. I dati ci dicono che anche le categorie sociali che dovrebbero essere più protette cominciano a trovarsi in difficoltà. Un campanello di allarme che deve fare raddoppiare i nostri sforzi per fare in modo che in Italia si allarghi sempre di più la rete di solidarietà che sta sostenendo in silenzio un Paese in grandi difficoltà».

 

2 ottobre 2014