Unioni civili, «ferma contrarietà» del Rinnovamento nello Spirito al ddl Cirinnà

In una nota, «viva preoccupazione» per il testo che «svilisce l’istituto della famiglia naturale». Partecipazione alla manifestazione del 30 gennaio

Il Rinnovamento nello Spirito affida a una nota, diffusa nel pomerigigo di ieri, martedì 19 gennaio, la «ferma contrarietà» al disegno di legge Cirinntà sulle unini civili, «che di fatto svilisce l’istituto della famiglia naturale nella sua unicità spirituale e sociale e altera la visione antropologica secondo natura già nella negazione dei diritti del bambino». Per il movimento sono «insostenibili» certi «sconfinamenti» come «l’estensione delle tecniche di procreazione medicalmente assistita fino alla prassi della maternità surrogata (“utero in affitto”)». Ancora, è «inammissibile», se pure «dovuta la tutela dei diritti civili dei singoli», l’equiparazione «all’istituto del matrimonio di ogni altro tipo di convivenza».

I singoli aderenti del movimento, si legge nel comunicato, parteciperanno «secondo le proprie possibilità» alla manifestazione in programma a piazza San Giovanni in Laterano per il 30 gennaio, cponvolgendosi «come meglio ritengono» anche nella preparazione a livello locale. «Pur non assumendo l’iniziativa sul piano organizzativo tra i soggetti che compongono il Comitato promotore», prosegue il testo, il Rinnovamento ritiene necessario «che ci siano uomini e donne che in virtù della propria cittadinanza attiva manifestino a Roma il 30 gennaio».

Importante, però, che la manifestazione non sia ricondotta «a sigle e denominazioni», perché «il sentire della maggioranza del popolo italiano» non può né deve essere ricondotto «a classificazioni o strumentalizzazioni» che limiterebbero «la portata di questo gesto di responsabilità civile». Da questo sentire comune, è l’appello dei responsabili del movimento, devono sentire interpellati i tanti parlamentari cattolici «chiamati in queste ore ad assumere decisioni di grande rilevanza storica». A loro si rivolge il Rns, «invitandoli a unirsi a noi nella preghiera, per discernere il bene dal male, la verità dall’errore», nella convinzione che «non c’è potere più grande di quello espresso dalla preghiera, specie nei momenti di maggiore bisogno di unità di un popolo».

20 gennaio 2016