Unioni civili, è battaglia sul ddl Cirinnà

Parte la controffensiva delle associazioni pro famiglia contro il ddl passato alla Commissione giustizia. Il Governo: legge entro maggio

Parte la controffensiva delle associazioni pro famiglia contro il ddl passato alla Commissione giustizia. Il Governo: legge entro maggio

Uno specchietto per le allodole «che, a parole, sembra voler distinguere unioni civili e matrimonio ma in realtà le equipara e permetterà l’adozione di bambini». È sicuro Simone Pillon, avvocato, consigliere nazionale del Forum delle associazioni familiari in merito al ddl Cirinnà passato ieri, 26 marzo, alla Commissione giustizia del Senato. Totale contrarietà al provvedimento è stata espressa ieri, in una conferenza stampa organizzata dall’associazione “La manif pour tous”, sempre nelle sale di palazzo Madama. «Ovunque introdotte, le unioni civili hanno sradicato il concetto di famiglia e aperto il “mercato” dei figli – afferma Filippo Savarese, portavoce dell’associazione -. In concomitanza con l’iter del ddl, da oggi per noi inizia una battaglia che vedrà coinvolte tutte le associazioni e le persone che vorranno seguirci. Non abbiamo ancora programmato alcuna mobilitazione ma non mi stupirei di vedere, già da domani, nella piazza più grande di Roma, un milione di persone che si ritrova spontaneamente insieme per difendere il matrimonio. Sia chiaro – conclude – non vogliamo discriminare nessuno, ognuno ha il diritto di vivere con chi vuole ma questo non può significare distruggere il diritto di famiglia naturale».

Il ddl Cirinnà, in sostanza, non cita mai la parola “matrimonio” ma crea un nuovo istituto per coppie dello stesso sesso, introducendole direttamente nel codice civile. Capitolo a parte poi merita la questione figli: il disegno di legge estende alle unioni civili la stepchild adoption, ovvero, l’adozione del bambino che vive in una coppia dello stesso sesso ma che è figlio biologico di uno solo dei due, prevista dall’articolo 44 della legge sulle adozioni. «Limite che è destinato a cadere – spiega Pillon – per mano della Corte di giustizia europea, come già accaduto in Germania e Austria, dove una legge simile a quella proposta dalla Cirinnà è stata, nel giro di poco tempo, trasformata ed equiparata al matrimonio. Chi scrive questa legge – continua – sa perfettamente che finirà così. La verità è che si violano i diritti dei minori. Il rischio educativo e quello antropologico non sono stati esplorati e si viaggia alla cieca. È importante normare le unioni civili ma rimanendo nell’ambito dei diritti individuali».

Nella battaglia lanciata da “La manif pour tous” ci sono moltissime associazioni pro famiglia: «La priorità è restituire dignità alle famiglie – ha detto Maria Cristina Maculan, dell’associazione nazionale Famiglie numerose – facendo politiche fiscali in loro favore e non ignorando che una buona fetta di esse, quasi il 40%, oggi si trova in una situazione di enorme difficoltà». C’è anche chi sospetta una sorta di “favore politico” del premier Renzi: «Non volgiamo pensare – ha detto Pillon – che il governo Renzi faccia “qualcosa di sinistra” per pagare lo scotto dell’alleanza proprio con la legge sulle unioni civili», mentre promette linea dura in aula Maurizio Sacconi di Ncd: «se ci verrà chiesto, non accetteremo mediazioni sul testo, perché non sarebbe un contenimento del danno. Sappiamo che l’obiettivo è diverso dal semplice riconoscimento dei diritti della persona: qui vanno tutelati i diritti dei minori».

 

 

27 marzo 2015