Unioni civili, bagarre in Campidoglio

Tensioni durante la discussione della delibera, sull’istituzione del registro anche per le coppie gay. Diffida del centrodestra al prefetto Pecoraro

“Maschio e femmina li creò”. Le parole della Genesi hanno fatto da “bandiera” alla protesta di alcuni militanti di centrodestra, appoggiati dai consiglieri Lavinia Mennuni (Ncd), Fabrizio Ghera (Fdi) e Dario Rossin (Fi), ieri, martedì 27 gennaio, in un’assemblea capitolina impegnata nella discussione della delibera sulle unioni civili. Il nodo, ancora una volta: l’istituzione del registro anche per le coppie gay. Una decina i manifestanti, appartenenti a Fratelli d’Italia e Nuovo Centrodestra, che hanno scavalcato il recinto che separa la platea dagli scranni esponendo striscioni e cartelli con la scritta “Difendi la famiglia”. Quel tanto che è bastato a scatenare la reazione dei rappresentanti delle associazioni lgbt. Costretti a intervenire gli agenti della Polizia locale. Nella confusione, è saltato fuori anche il manifesto con le parole della Genesi. Quindi i manifestanti sono tornati tra il pubblico.

Poco prima in piazza del Campidoglio era stato esposto anche uno striscione subito rimosso dalla Polizia di Roma Capitale con la scritta “La vostra cultura è contro natura”. In Aula comunque la discussione è andata avanti e con 24 voti favorevoli e 1 astenuto l’assemblea ha approvato la richiesta della maggioranza di prorogare a oltranza la seduta consiliare. In serata però, quando mancavano 30 emendamenti, la presidente dell’assemblea capitolina Valeria Baglio (Pd) ha dichiarato tolta la seduta per la mancanza del numero legale, convocando immediatamente la conferenza dei capigruppo. L’aula tornerà a riunirsi oggi, mercoledì 28 giugno alle 10, per gli ultimi emendamenti, le dichiarazioni di voto e l’approvazione finale della delibera per l’istituzione del registro delle unioni civili di Roma capitale.

Intanto però i gruppi di centrodestra, tranne Altra Destra guidata dall’ex vicesindaco Sveva Belviso, hanno presentato una diffida indirizzata al prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro sulla proposta di delibera sul registro delle unioni civili. Oggetto della contestazione, in particolare, è «il taglio di circa 7mila tra ordini del giorno ed emendamenti nel corso della discussione»: per Rossin, una «palese violazione del regolamento», in seguito alla quale «sono rimasti solo 83 ordini del giorno e circa 200 emendamenti». A quanto si apprende, nel caso in cui il prefetto accogliesse la diffida, la delibera sulle unioni civili potrebbe essere annullata.

28 gennaio 2015