La situazione non è migliore in Iraq, dove oltre 5 milioni di bambini hanno bisogno di assistenza, visto che i pesanti combattimenti si sono intensificati anche a Mosul e recentemente a Tel-Afar. Hanno bisogno di acqua, cibo, un riparo e istruzione.  Nella striscia di Gaza, la crisi energetica in corso ha ridotto l’accesso all’acqua del 30%. I casi di diarrea fra i bambini piccoli sono raddoppiati in appena tre mesi. «Di questi conflitti non si riesce a intravedere la fine e le risorse finanziarie delle famiglie si stanno esaurendo», spiega Cappelaere. Per questo molti non hanno altra scelta che «mandare i propri bambini a lavorare o far sposare precocemente le proprie figlie». Più che duplicato anche il numero di bambini affiliati ai combattimenti. «“I bambini in Medioriente e Nord Africa hanno sopportato livelli di violenze mai visti prima e hanno assistito a orrori a cui nessuno dovrebbe assistere – le parole del responsabile Unicef -. I leader mondiali devono fare molto di più per porre fine alle violenze».

11 settembre 2017