Unicef e Unhcr: proteggere i bambini in fuga dall’Ucraina

Le raccomandazioni a enti locali, organizzazioni della società civile, volontari e mezzi di comunicazione su tutela della privacy, accoglienza, ricongiungimento, affidamento e adozioni

Nella guerra tra Russia e Ucraina, che diventa sempre più calda, cresce di giorno in giorno il numero delle persone in fuga e cresce anche la gara di solidarietà a sostegno della popolazione ucraina. Agenzia Onu per i rifugiati (Unhcr) e Fondo della Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef) – presenti ai valichi nord e Nord-Est a supporto delle autorità per monitorare la situazione e fornire assistenza – puntano l’obiettivo sulle tutele a garanzia dei piccoli ucraini in fuga, condividendo una serie di raccomandazioni con i soggetti coinvolti nella risposta all’emergenza nel nostro Paese.

Secondo gli ultimi dati, dal 24 febbraio al 12 marzo, oltre 2,8 milioni di rifugiati hanno attraversato il confine ucraino verso l’Europa e si stima che questo numero possa crescere fino a raggiungere almeno i 4 milioni. Al 14 marzo, secondo i dati forniti dal ministero dell’Interno, sono stati oltre 37 mila i profughi entrati in Italia: 19 mila donne, oltre 3mila uomini e oltre 15mila minori. Secondo quanto rilevato dagli operatori in frontiera, gli arrivi riguardano al momento principalmente bambine e bambini spesso accompagnati dai propri familiari, da educatori – nel caso di piccoli in istituto – o minorenni separati, accompagnati da figure adulte a cui sono affidati nel viaggio, finalizzato al ricongiungimento con i parenti in Italia. Sono pochi i casi di minori che viaggiano non accompagnati, senza nessun adulto di riferimento.

Unicef e Unhcr riconoscono il sostegno dimostrato nei confronti di famiglie e bambini in fuga dall’Ucraina da volontari, ong, enti locali e soggetti privati; «è fondamentale però che questi interventi vengano promossi all’interno della cornice di diritti e garanzie che regolano la tutela e la protezione di tutti i minorenni, al fine di evitare il rischio che queste pratiche non producano l’effetto involontario di ledere invece i diritti previsti dalla Convenzione Onu sui diritti dei bambini e degli adolescenti», affermano in una nota congiunta. Di qui una serie di raccomandazioni rivolte a tutti i soggetti coinvolti. Il punto di partenza è il riconoscimento che «la migliore protezione per ogni bambino e bambina è crescere in famiglia. Questo principio universale vale ancora di più per chi fugge da conflitti e violenza». Proprio per questo, i  minorenni che viaggiano da soli o che sono stati separati dalle loro famiglie «devono pertanto innanzitutto essere aiutati a riunirsi con i propri familiari nel più breve tempo possibile e in sicurezza». Un compito, quello del rintracciamento dei legami familiari, da affidare alle autorità competenti, «evitando il ricorso a figure informali di mediazione».

I minorenni che in questi giorni e ore vengono evacuati dagli istituti presenti in Ucraina «non devono essere considerati tutti orfani – è la seconda delle raccomandazioni -. Ciascun bambino o bambina ha la sua storia personale e familiare e i motivi per cui non vivevano insieme alla propria famiglia possono essere molteplici, pertanto è fondamentale perseguire un approccio basato sulla valutazione del singolo caso». Anche la scelta dell’adozione «non dovrebbe mai avvenire nel corso o subito dopo il verificarsi di un’emergenza. L’adozione è infatti una procedura delicata e complessa, le cui accurate valutazioni vanno compiute, a tutela del bambino o della bambina, nel modo più approfondito possibile». Per bambini e adolescenti in fuga da soli, «l’affidamento familiare può essere una soluzione elettiva da valutarsi in base alla singola situazione del minore, e al profilo delle risorse accoglienti, senza dare per scontato che l’affidamento familiare a tempo pieno sia la soluzione ideale per ogni bambino o bambina». E anche nel reperimento di offerte di ospitalità da parte di famiglie o persone singole accoglienti, «le espressioni di solidarietà vanno convogliate verso i circuiti ufficiali (servizi protezione e tutela dei minori, Centri e/o servizi per l’affidamento familiare degli enti locali, anche gestiti da enti del privato sociale convenzionati con l’ente locale) di informazione, formazione e accompagnamento all’accoglienza o all’affidamento, anche per evitare di esporre i minori al rischio di abusi».

Ancora, Unhcr e Unicef chiedono alle autorità competenti di «garantire, nella fase di accesso al territorio nazionale, l’immediata individuazione e registrazione di tutti i minorenni che fuggono dall’Ucraina rispettando sempre il principio di presunzione della minore età» e di «procedere tempestivamente con la nomina del tutore, garantendo l’accoglienza tempestiva e temporanea in comunità specializzate, individuate sulla base del loro superiore interesse secondo il profilo e le esigenze individuali». I piccoli non accompagnati che invece viaggiano con degli adulti di riferimento «non dovrebbero essere automaticamente separati da essi; va piuttosto effettuata una accurata valutazione a carico dei servizi sociali preposti».

Agli enti e ai servizi pubblici titolari della regia dell’accoglienza le due organizzazioni chiedono di «promuovere incontri informativi che aiutino a convogliare le manifestazioni di solidarietà private all’interno di circuiti riconosciuti e conformi al quadro normativo italiano». Ai media, infine, e a tutti i soggetti impegnati nelle attività di comunicazione la richiesta è quella di «garantire, senza nessuna deroga, il rispetto dei principi di privacy, confidenzialità ed etica in tutte le comunicazioni effettuate circa i bisogni e le risposte di accoglienza che interessino minorenni provenienti dall’Ucraina e le loro famiglie, evitando la diffusione incontrollata di informazioni personali (immagini, dati o altri identificativi) che possano mettere a rischio o ledere la sicurezza o la dignità delle persone interessate o trasmetterne un’immagine distorta de evitando di descrivere automaticamente gli eventuali minori non accompagnati provenienti dall’Ucraina come orfani o adottabili».

15 marzo 2022