Undici nuovi sacerdoti per Roma
Il 20 aprile la celebrazione presieduta da De Donatis nella basilica di San Pietro. Sei degli ordinandi provengono dal Seminario Maggiore, tre dal Capranica e due dal Redemptoris Mater. Il 19 aprile la veglia per le vocazioni a San Giovanni in Laterano
Undici nuovi sacerdoti saranno ordinati sabato 20 aprile alle 18. La celebrazione nella basilica di San Pietro sarà presieduta dal cardinale Angelo De Donatis, finora vicario della diocesi di Roma, nominato da Papa Francesco Penitenziere maggiore. Per il porporato sarà la Messa di saluto alla diocesi. Il giorno prima, venerdì 19 aprile, in occasione della 61ª Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni, alle ore 20.30, nella basilica di San Giovanni in Laterano, si terrà una veglia vocazionale dal tema “Chiamati a seminare la speranza e a costruire la pace”.
Sei gli ordinandi del Pontificio Seminario Maggiore: Lorenzo Colombo, Matteo Colucci, Rafael Malacrida, Adrian Martian, Renato Pani, Fabio Pulcini. Tre si sono formati nell’Almo Collegio Capranica: Nicola Pigna, Salvatore Plastina, Francesco Scavone. Due provengono dal Seminario Redemptoris Mater: Roberto Ibarra, Silviu Simionca. Citando gli Atti degli Apostoli, il vescovo Michele Di Tolve, rettore del Seminario Maggiore e coordinatore delle attività degli altri seminari, ha sottolineato il significato di questa vocazione. «”In nessun Altro c’è salvezza”. Questo – riferisce – è il motto che hanno scelto i preti che vengono ordinati per la diocesi di Roma. Ci ricordano che solo Gesù è l’unico, necessario Salvatore. Questo è un invito, un richiamo per tutta l’umanità, perché non si affidi a coloro che si spacciano per “benefattori” o “liberatori” e poi in realtà si rivelano come oppressori che umiliano la dignità umana e tolgono la libertà di credere. Solo Colui che ha donato la Sua vita per noi è il nostro Salvatore».
Ogni ordinando porta con sé una storia di vocazione unica. Il più piccolo è Lorenzo Colombo che a 25 anni sarà il più giovane prete di Roma. Ha sentito la chiamata del Signore durante l’infanzia. «Il giorno della Prima Comunione ho avvertito qualcosa di indescrivibile nel mio cuore» racconta. Un cartello con la scritta “Vuoi essere vicino a Gesù? Diventa ministrante” ha acceso in lui «la stessa gioia provata quel giorno». A 13 anni si iscrive al Seminario Minore per seguire il Signore, «l’unico capace di amarci incondizionatamente per come siamo». Per l’ordinazione ha scelto un passo del Vangelo di Marco: “Và nella tua casa, dai tuoi, annunzia loro ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia che ti ha usato”. «È ciò che voglio incarnare da sacerdote», dice.
Era l’aprile 2015 quando, durante l’ordinazione presbiteriale di un amico, Matteo Colucci, 30 anni, ascoltò una frase destinata a cambiargli la vita: “Se qualcuno sente la chiamata non abbia paura di rispondere”. «Studiavo Lettere alla Sapienza ma il mio desiderio di amore gratuito andava verso il Signore – dice -. Volevo consolare le ferite dell’anima. Durante il propedeutico meditando la seconda beatitudine trovai la mia vocazione: perdonare i peccatori e portare il perdono di Cristo».
La vocazione di Fabio Pulcini, 35enne di Nembro, in provincia di Bergamo, è nata in famiglia. «I miei genitori, sposati per 47 anni, mi hanno trasmesso l’amore per il Signore – spiega -. All’università ho iniziato a interrogarmi sulla mia vocazione. Ho sempre rimandato, il punto di svolta è avvenuto dopo la laurea. Ero confuso, con mille domande in testa». Da qui la decisione di venire a Roma dove alcuni presbiteri lo hanno affiancato nel discernimento. «Ho capito che il Signore mi chiamava a servire la Chiesa di Roma», conclude.
Prima del seminario, Nicola Pigna, 31enne di Benevento, vantava una carriera ricca di successi. Laurea in giurisprudenza alla Luiss, master in relazioni istituzionali, consulente legislativo di diritto italiano e dell’Unione Europea, assistente presso il dipartimento di giurisprudenza. Era anche presidente diocesano della Fuci (Federazione Uuniversitaria cattolica italiana) e impegnato nell’Azione cattolica. «Nel curare l’annuncio della Parola di Dio in preparazione degli incontri ho iniziato a pensare al sacerdozio, pensiero subito rimosso – dice -. Poi mi è stato proposto un lavoro che mi avrebbe portato lontano da Roma, la “Chiesa Madre” della mia vocazione. Ho affrontato i miei interrogativi e ho capito ciò che il Signore mi chiedeva».
La vocazione adulta del gruppo è quella di Salvatore Plastina, 44enne di Fuscaldo, Cosenza, che fin da giovane sentiva una chiamata al sacerdozio, ma mancava una figura che lo aiutasse a discernere la sua vocazione. «A Roma ho trovato figure sacerdotali importanti che hanno fatto chiarezza nel mio animo» racconta. Roberto Ibarra, 33enne cileno, proviene da una famiglia numerosa e credente. «Sono il primo di 11 figli e i miei genitori mi hanno mostrato la loro fiducia nella provvidenza di Dio» afferma. La “prima chiamata” risale al 2011, durante la Gmg di Madrid con Papa Benedetto XVI, ma «per paura» l’ha rifiutata. La morte improvvisa di una cugina coetanea lo ha messo «davanti all’urgenza di prendere una decisione. Bisogna rispondere al Signore adesso, non si può aspettare».
16 aprile 2024