“Una vita da social” con la Polizia di Stato

Riparte da piazza del Quirinale la nuova edizione della campagna educativa itinerante per aiutare i giovani a gestire il web e  difendersi dal cyberbullismo. Dal Viminale: i social network, strumento integrato nella quotidianità dei teenager

Utilizzare la rete in modo che sia «una grande opportunità e non un pericolo». Questo il tema di fondo del progetto “Una vita da social”, la più grande campagna educativa itinerante realizzata dalla Polizia di Stato in collaborazione con ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e Autorità Garante per l’infanzia e l’adolescenza, sulla sensibilizzazione e sulla prevenzione dei rischi e pericoli della rete. 9mila i chilometri percorsi nella prima edizione dell’iniziativa, lo scorso anno, cha ha toccato 42 città, raggiungendo circa 100mila studenti nelle piazze e 400mila nelle scuole, oltre a 15mila genitori e 8mila insegnanti. La seconda edizione è ripartita oggi, martedì 13 gennaio, da Roma, in piazza del Quirinale, alla presenza di centinaia di ragazzi.

L’obiettivo, spiegano dalla Polizia, è mettere un freno ai «gravissimi episodi di cronaca culminati con il suicidio di alcuni adolescenti» e al «dilagante fenomeno del cyberbullismo e di tutte le forme di prevaricazione connesse a un uso distorto delle tecnologie». Da Roma a Milano, dunque, passando per 53 città d’Italia, operatori della Polizia Postale e delle aziende, attraverso un truck allestito con un’aula didattica, incontreranno studenti, genitori e insegnanti sui temi della sicurezza online, «con un linguaggio semplice ma esplicito adatto a tutte le fasce di età». Tra le novità di questa edizione, la rappresentazione teatrale di “Like. Storie di vita online” di Luca Pagliari, in collaborazione con Baci Perugina, in programma a Roma ma anche a Torino, Milano, Firenze, Palermo, Padova, Ravenna, Perugia, Bari e Caglieri. Sulla scena, la storia di Andrea, una delle tante vittime di bullismo degli ultimi anni, ribattezzate dalle cronache “il ragazzo dai pantaloni rosa”.

All’origine del progetto, una ricerca realizzata da Skuola.net per la Polizia di Stato su un campione di circa 10mila studenti delle scuole medie e superiori. Fra questi solo 1 su 5 afferma che i social hanno un ruolo marginale nelle relazioni sociali; la metà di loro invece sui social passa almeno 1 ora al giorno e l’85% ha un gruppo classe su WhatsApp. I social network, sottolineano dal Viminale, «sono diventati uno strumento di comunicazione del tutto integrato nella quotidianità dei teenager», che li utilizzano per informarsi (59%), per conoscere quanto accade ad amici e conoscenti (51%) ma anche per risparmiare su telefonate e sms (44%). Complessivamente, secondo i dati della ricerca, possiedono uno smartphone con accesso a internet in mobilità 9 ragazzi su 10; tra questi, oltre il 60% accede ai social mentre è a scuola. Si dichiara sempre connesse 1 ragazzo su 4; circa 12 mesi fa il dato era di 1 su 3.

A preoccupare di più, avvertono dalla Polizia postale, è il fenomeno del cyberbullismo, ritenuto in aumento da 2 ragazzi su 3. «La metà di loro ha avuto esperienza diretta o indiretta di fenomeni di questo tipo. Per questo motivo – concludono dal Viminale – 4 su 5 accoglierebbero con favore incontri con esperti per formare gli studenti all’uso dei social».

13 gennaio 2015