Una staffetta di preghiera per i 123 anni delle Scalabriniane

L’iniziativa in tutto il mondo, a sostegno dei migranti e della vita consacrata, per «metterci spiritualmente in uscita verso ogni periferia», spiega la superiora generale suor Neusa de Fatima Mariano

Una staffetta di preghiera in tutto il mondo, a sostegno dei migranti e della vita consacrata. La congregazione delle suore missionarie Scalabriniane festeggia così oggi, 25 ottobre, il suo 123° compleanno. «La preghiera corale in diverse parti del mondo, elevata al Signore – spiega la superiora generale suor Neusa de Fatima Mariano -, ci offre la possibilità di metterci spiritualmente in uscita per raggiungere le periferie del mondo, particolarmente i deserti, i mari, le frontiere, le case dove abitano i migranti e i rifugiati». Quegli “ultimi” ai quali la congregazione fondata dal beato Giovanni Battista Scalabrini (già vescovo di Piacenza) il 26 ottobre di 123 anni fa, offre da sempre il suo sostegno.

Oggi, riferiscono le religiose, la congregazione è «più viva che mai visto che proprio in questi anni è oggetto di una riorganizzazione e di uno sviluppo di nuove attività specie nei luoghi di frontiera». Come è avvenuto a Roma, dove sono state aperte le case del progetto “Chaire Gynai” (Benvenuta donna), in collaborazione con le suore Cabriniane, con l’obiettivo di avviare concreti percorsi di integrazione per le donne rifugiate con bambini.  Le due case, in via della Pineta Sacchetti e in via Michele Mercati, accolgono 17 donne e 7 minori. Qui si può stare per un periodo che va dai 6 mesi a un anno massimo, fino al raggiungimento di una completa autonomia. Al momento le ospiti arrivano da Siria, Uganda, Senegal, Congo, Camerun, Etiopia, India e Burundi.

25 ottobre 2018