“Una canzone”, «profumo» o «farfalla» nei versi di Guccini

Un ritratto pieno di poesia. «Se ti ha afferrato ti rimane per sempre in mente, la scrive gente quasi normale ma con l’anima come un bambino»

Ma cos’è una canzone? In questi due anni, dal settembre 2018, nella nostra rubrica ne abbiamo proposte quasi settanta, dei generi più vari, dal rock al pop alla musica italiana. E abbiamo potuto scoprire cosa si muove dentro una canzone: l’amore e l’amicizia, il senso dell’attesa, la speranza e la libertà, il senso della vita e l’angoscia della morte, la paura per la guerra, la dura condizione degli emarginati, la preghiera e la domanda di chi si interroga di fronte al mistero, il disagio dei giovani e il vuoto interiore, la disillusione per la politica… e altro ancora. Tanto può dire una canzone di qualità, restando impressa nel cuore per sempre oppure a volte forse lasciando solo una traccia, un “profumo”, volando via leggera come una “farfalla”.

Parola di Francesco Guccini. Nel brano che proponiamo oggi, datato 2004, dall’album “Ritratti”, sgorgano accenti di poesia, come siamo stati sempre abituati ad ascoltare dal cantautore emiliano. Una canzone «può essere complessa come la vita» ma è «una rosa gialla, un respiro di vento la sera», «è un manifesto che puoi riempire / con cose e facce da raccontare / esili vite da rivestire»… Immagini che non hanno bisogno di commento, basta lasciarle accostare al cuore di chi ascolta. La canzone può essere quasi evanescente, come «una vaga farfalla / che vola via nell’aria leggera», ma anche imporsi e lasciare una traccia profonda. «Qualche volta se ti ha afferrato ti rimane per sempre in mente, la scrive gente quasi normale ma con l’anima come un bambino». Proprio come Guccini.

6 ottobre 2020