“Una buona stagione per l’Italia”, i cattolici indicano la via

Presentato il volume curato da Francesco Gagliardi e Nicola Grazini: riattivare il laicato cattolico per un’alternativa politica sostenibile

Presentato, alla Camera, il volume curato da Francesco Gagliardi e Nicola Grazini: riattivare il laicato cattolico per un’alternativa politica sostenibile 

Un volano per riattivare il laicato cattolico ma anche l’offerta di una via alternativa per la ricostruzione del Paese. Sono le due direttive sulle quali si muovono le proposte di un gruppo di intellettuali cattolici raccolte in un volume curato dal giornalista Nicola Graziani e dal direttore del think thank Eptaforum, Francesco Gagliardi. In “Una buona stagione per l’Italia”, presentato mercoledì 24 nella sede della Camera dei Deputati di Palazzo San Macuto, trovano spazio tre generazioni di intellettuali che mettono a disposizione della collettività il proprio lavoro, spaziando dai problemi della rappresentatività delle istituzioni alla politica internazionale, dalla difesa dell’ambiente all’economia.

«In questo lavoro – ha esordito il direttore di Avvenire, Marco Tarquinio, dando il via alla serata – tante voci serie ci dimostrano che è possibile rifondare il nostro modo di stare insieme in una società, e ci ricordano l’arte antica che posseggono i cattolici: quella di sapere stare con gli altri, da concittadini». Arte dello stare insieme che significa capacità di fare politica, «nell’accezione più nobile del termine», come avvenne ai tempi della stesura del Codice di Camaldoli, citato dalla presidente della Commissione parlamentare Antimafia, Rosy Bindi, che ha richiamato il documento programmatico di politica economica del ’43 prodotto dalle forze cattoliche italiane che fu poi d’ispirazione per la Democrazia Cristiana. «Questo volume – ha detto Bindi – ci ricorda cosa non possiamo permetterci: il mancato esercizio di responsabilità, ancora più sentito in momenti come questo, in cui si guarda al presente e al futuro con un senso profondo d’incertezza».

Disorientamento e confusione, per il professor Giuseppe Tognon, ordinario di Filosofia e Storia dell’educazione alla Lumsa, generati anche dal fatto che il «cattolicesimo democratico sembra essere scomparso, mentre l’Occidente» è in crisi d’identità, «l’economia balla sul Titanic e l’Europa politica sembra fare salotto». In questo contesto, ha continuato Tognon, siamo chiamati a risolvere i tre problemi «più antichi d’Italia: il peso del debito pubblico, l’illegalità e l’abbandono dei giovani al loro destino». È quello che emerge dai 35 saggi presenti nel volume, «bisogna spingere la politica ad occuparsi dei problemi urgenti – ha sottolineato Francesco Gagliardi -, favorendo un cambio di rotta delle politiche economiche e sociali».

«Per superare questa crisi sistemica, è necessario un cambio di paradigma che si sostanzia, sul piano economico, nell’abbandono delle ricette liberiste e della politica del rigore, mentre sul piano sociale si realizza promuovendo una maggiore partecipazione dei cittadini alla vita politica». Un posizione, quest’ultima, condivisa dai due rappresentanti più prettamente politici della serata: il vice ministro alle Politiche agricole e forestali Andrea Olivero e il sottosegretario all’Economia e finanze Pierpaolo Baretta.

Entrambi hanno evidenziato la necessità di una «visione comune» che permetta, per Baretta, «di dare valore al termine “comunità”, per costruire un destino condiviso attraverso il quale si possa ricostruire l’idea di Europa che non sia più una mera utopia. Si affronti, quindi, una ristrutturazione della politica fiscale a favore della famiglia e si esca dalla crisi di rappresentanza dei partiti, sindacati e di altre istituzioni». Rafforzare i corpi sociali, si dice in “politichese”, «o ridiamo logica e senso a questi attori istituzionali – ha confermato Olivero – o ci troveremo con un mondo meno democratico e partecipato, in cui l’idea di Europa crolla perché figlia di un processo tecnocratico e non culturale». Peggio ancora, «il rischio è quello del perdurare di una situazione nella quale non vi è redistribuzione della ricchezza. È questa la grande sfida che dobbiamo accettare e nella quale i cattolici devono dire la propria».

«Dalla crisi si esce – ha argomentato il presidente delle Acli, Gianni Bottalico – ripensando un modello economico non più basato sull’austerity». Non solo le Acli, ma anche Confcooperative e le altre sigle del mondo cattolico presenti alla serata hanno rilanciato la proposta di una «alleanza contro la povertà; per aiutare la politica a rendere il Paese più giusto ed equo». I «tempi stanno cambiando» ha concluso Nicola Graziani, curatore del libro. «Davanti al deserto della cultura italiana contemporanea, il mondo cattolico ha dimostrato di avere una fantasia inaspettata. È arrivato il momento di delegare un po’ meno e di cambiare le cose offrendo il nostro contributo più serio».

 

25 febbraio 2016