Una “Barbiana” al Tiburtino

La scuola, sullo stile educativo di don Lorenzo Milani, è stata inaugurata al Centro Elis. Il direttore Pierluigi Bartolomei: «Uno spazio in cui i ragazzi siano protagonisti»

Barbiana, in provincia di Firenze, è il piccolo paesino di montagna in cui don Lorenzo Milani negli anni Cinquanta accoglieva i giovani più poveri e disagiati a vivere un’esperienza educativa unica. E una Scuola di Barbiana, sul modello dello stile educativo del sacerdote, è stata inaugurata a Roma mercoledì 4 ottobre, presso il centro Elis nel quartiere Tiburtino.

A moderare l’incontro è Pierluigi Bartolomei, direttore della scuola professionale Elis, che prima di lasciare la parola agli altri ospiti spiega che «l’idea di questo progetto nasce proprio dalla volontà di mettere a disposizione dei ragazzi uno spazio in cui possano sentirsi davvero protagonisti, imparando anche ad allontanarsi da ciò che potrebbe ostacolare il loro cammino di crescita personale». Pier Luigi Celli, presidente del progetto Barbiana, sottolinea che «il percorso che i giovani sono invitati a vivere non è solo tecnico, ma soprattutto culturale e sociale».

La scuola di Barbiana al Tiburtino, a tempo pieno, avrà proprio il compito di accogliere i giovani più svantaggiati, tra cui immigrati, ragazzi senza genitori o affidati a case famiglia, o coloro che si sono allontanati dal mondo scolastico, e tutti quei giovani che vivono in condizioni di difficoltà. Questo luogo sarà per loro un punto di riferimento dove sviluppare le proprie capacità, conoscere i propri talenti e vivere momenti di crescita e arricchimento personale, in cui costruire solide basi per il futuro.

Dopo la tradizionale formazione scolastica del mattino, con l’insegnamento delle materie previste dai programmi ministeriali, il percorso formativo proseguirà il pomeriggio con attività più operative, tra cui, oltre allo svolgimento dei compiti, ci saranno dei momenti dedicati a musica, teatro, canto, sport e molto altro. In questo modo i ragazzi avranno la possibilità di conoscere i propri talenti e coltivarli nel tempo alla scoperta di ciò che li appassiona di più.

«Tutte le attività pomeridiane – spiegano gli organizzatori – saranno svolte esclusivamente da volontari che metteranno a disposizione il proprio tempo e le proprie competenze: saranno presenti dei campioni della Federazione Italiana Judo che in una sala attrezzata all’interno della struttura insegneranno anche tecniche di autodifesa, mentre un altro spazio sarà dedicato alla prevenzione sanitaria. I ragazzi avranno anche l’opportunità di partecipare a laboratori in cui riceveranno la formazione necessaria per poter svolgere piccole attività in aiuto alle famiglie del quartiere.

L’evento si è concluso con il taglio del nastro posto alla porta d’ingresso della scuola e con la visita degli spazi allestiti all’interno della struttura e attrezzati affinché i ragazzi possano svolgere i diversi tipi di attività proposte. «L’idea di questa iniziativa si può racchiudere nel desiderio di rispondere all’invito che Papa Francesco rivolge a ciascuno di noi – spiega don Carlo De Marchi – quando ci chiede di arrivare agli estremi delle periferie, non solo geografiche ma anche esistenziali». (Francesca Rosi)

 

 

6 ottobre 2017