Un presepe vivente da record nel cuore di Roma

1.500 figuranti da tutta Italia, attorno a Santa Maria Maggiore. Il ricordo di san Francesco, a 800 anni dal primo presepe. Il Papa: «Tenerezza di fronte al mistero di Dio»

Oltre 1.500 figuranti, nel cuore di Roma, nelle vie limitrofe e davanti a Santa Maria Maggiore. Sabato 16 dicembre, per tutto il pomeriggio, l’iniziativa del presepe vivente organizzata dall’Associazione Nazionale Città dei Presepi, in collaborazione proprio con la basilica papale, ha incantato fedeli, romani e turismi, rievocando l’atmosfera e la vita della Betlemme dei tempi di Gesù. L’associazione, nata nell’agosto del 2020 in Toscana, ha raccolto l’adesione di molte città e associazioni su scala nazionale, con l’obiettivo di promuovere e coordinare una vasta rete per valorizzare le tradizioni presepiali e rafforzare il senso di comunità ecclesiale.

Volontari arrivati da ogni parte d’Italia per la seconda edizione di un evento presieduto da Simona Rossetti, sindaco di Cerreto Guidi, in provincia di Firenze, e che ha voluto così «ricordare gli 800 anni da primo presepe storico realizzato da San Francesco a Greccio, nel 1223», come ha ricordato Fabrizio Mandorlini, coordinatore dell’Associazione Nazionale Città dei Presepi. Particolare rilievo durante il percorso, infatti, è stato dato proprio a san Francesco, ripercorrendone alcuni episodi salienti della sua vita, come l’incontro con santa Chiara, il dono del Monte Sacro della Verna e il momento della ricezione delle Stimmate.

Guidato da sbandieratori, tamburi, cornamuse e musicisti della contrada Cappiano di Fucecchio, sempre in provincia di Firenze, il corteo, partito da piazza dell’Esquilino – dove è stata rappresentata la scena della Regola francescana e il primo presepe di Greccio, offrendo così delle scene anche medievali – si è snodato per via Merulana per poi fare ritorno davanti alla basilica. Dalla Betlemme dell’anno zero ai tempi del poverello di Assisi, quindi, i partecipanti hanno così inscenato i vari mestieri tipici di tutti i periodi: fabbri, tessitori, cordaioli, canestrai, momenti di vita quotidiana dell’epoca, mentre una parte significativa e di grande allestimento del presepe vivente ha riguardato la rappresentazione della Reggia di Erode e della sua corte, con i censori impegnati a controllare il censimento. Infine la scena della Natività, collocata sotto il sagrato della basilica di Santa Maria Maggiore. Qui, una capanna ha accolto la rappresentazione della nascita di Gesù, con i bambinelli che sono stati benedetti la mattina di sabato, quando Papa Francesco, in Aula Paolo VI, ha incontrato in udienza proprio tutti i protagonisti del presepe vivente.

Il pontefice ha lodato l’iniziativa e ricordato ai presenti il senso ultimo di queste rappresentazioni, che non devono essere mero folclore, ma «suscitare nella gente, come fece san Francesco, la commozione, la tenerezza di fronte al mistero di Dio». E poi un pensiero alla Betlemme attuale. L’iniziativa, ha detto Papa Francesco, «dev’essere vissuta in solidarietà con questi fratelli e sorelle che soffrono tanto. Per loro si preannuncia un Natale di dolore, di lutto, senza pellegrini, senza celebrazioni. Non vogliamo lasciarli soli». «Cerchiamo di lanciare un messaggio francescano – ha aggiunto a tal proposito Mandorlini – veicolando i valori della povertà, semplicità, dell’attenzione alla natura e ovviamente ai luoghi di Betlemme». La scelta di Santa Maria Maggiore, poi, «è stata naturale – racconta – perché è la basilica ad praesepem, la Betlemme d’Italia, dove sono conservati i frammenti del legno della Sacra Culla».

Almeno un anno di lavoro per realizzare tutto nei minimi dettagli, coinvolgere il più possibile associazioni, parrocchie e delegazioni dei presepi viventi di tutta Italia. In particolare i Re Magi sono arrivati da Barbara, in provincia di Ancona, mentre gli “angeli” da Santa Colomba di Bientina, in provincia di Pisa, e da Roma, in particolare dalla parrocchia dei Santi Silvestro e Martino ai Monti. Tra gli altri figuranti decine le provincie italiane rappresentate tra cui Lecce, Messina, Benevento, Ancona, Latina, Massa, Siena, Macerata, Perugia, Cosenza, Palermo, Arezzo, Viterbo e tanti altri, in tutto ben 44 tra città e paesini che hanno dunque contribuito con i loro presepi viventi, parrocchie o associazioni. La musica, elemento centrale, è stata invece curata da Stefano Mattii, Giulia Orlandini e dal coro di Castelfiorentino. A conclusione della rappresentazione la celebrazione della novena di Natale, sul sagrato della basilica e, successivamente, una celebrazione con la quale i figuranti hanno reso omaggio alla reliquia della Culla di Gesù.

18 dicembre 2023