Un palazzo nobiliare a disposizione dei senza dimora

Quattro piani a pochi metri da San Pietro, messi a disposizione dal Papa: è il nuovo Centro affidato all’Elemosineria apostolica. A gestirlo, Sant’Egidio

«La bellezza guarisce». Contemplando gli ambienti del nuovo Centro di accoglienza notturna e diurna affidato all’Elemosineria apostolica e dato in gestione alla Comunità di Sant’Egidio, venerdì 15 novembre, Francesco si è recato nella cappella, al primo piano, dedicata a San Giorgio, quindi ha visitato il pianterreno, destinato all’accoglienza notturna, con alcuni affreschi di epoca moderna. Infine ha visitato gli altri piani: il terzo, dedicato agli alloggi, e le sale del secondo piano, adibite a refettorio. Qui si è intrattenuto a tavola con alcune persone che risiederanno nel centro e con i volontari. Tra questi, alcuni che abitavano per strada e che ora hanno trovato lavoro e una dimora stabile e si impegnano come volontari nella struttura.

Quattro piani – per un totale di quasi 2mila metri quadri -, a pochi passi dal colonnato di piazza San Pietro, di proprietà del Vaticano. Si tratta di Palazzo Migliori: lasciato libero da una congregazione religiosa femminile, che l’ha utilizzata fino a pochi mesi fa, «Papa Francesco ha voluto destinarlo a quest’opera di carità per le persone più bisognose e in difficoltà», spiegano dal Vaticano. Accolto all’ingresso dall’elemosioniere Konrad Krajewski, dal presidente Apsa Nunzio Galantino e da Andrea Riccardi e Marco Impagliazzo, rispettivamente fondatore e presidente della Comunità di Sant’Egidio, il pontefice ha conversato con ospiti e volontari, informano dalla Sala stampa vaticana, parlando della cultura dello scarto e del bisogno di recuperare un senso di responsabilità verso i più poveri. Ha ascoltato il racconto dei volontari che da molti anni portano la cena a chi vive per strada e delle difficoltà sperimentate per organizzare i loro funerali. Infine ha ricordato quando, da giovane, era sua abitudine lasciare un piatto pronto durante i pasti, particolarmente nei giorni di festa, per chi ne avesse bisogno, sottolineando la necessità di «educare i giovani alla compassione».

Il nuovo Centro, spiegano dall’Elemosineria apostolica, porta il nome della famiglia proprietaria che l’ha poi ceduto alla Santa Sede nel 1930. Si tratta di un palazzo costruito agli inizi del 1800, con interni eleganti e nobiliari, dotato di un ascensore per permettere l’accesso anche agli anziani e alle persone con disabilità. Al primo piano l’ampia Cappella, riservata alla preghiera personale e comunitaria dei volontari e degli ospiti. Le stanze per il riposo notturno occuperanno il terzo e quarto piano e potranno ospitare sia uomini che donne, fino a 50 persone, numero che potrà aumentare nel periodo dell’emergenza freddo. Le persone ospitate per la notte potranno usufruire della prima colazione e della cena preparate nel refettorio al secondo piano.

La cucina, bene attrezzata, servirà pure a un gruppo di volontari e di diaconi permanenti della diocesi di Roma per preparare più di 250 pasti caldi, che già da diversi anni, alla sera, vengono distribuiti ai poveri nelle maggiori stazioni ferroviarie della città: Termini, Tiburtina e Ostiense. Il primo e secondo piano, inoltre, saranno destinati a un servizio diurno, gestito e animato sempre dai volontari, con sale per l’ascolto e il colloquio, per l’uso dei computer, per la lettura e la ricreazione e per altre attività educative e culturali. Tutti i lavori, eseguiti da un gruppo di senzatetto e da ditte specializzate, sono stati seguiti e finanziati dalla Elemosineria apostolica, attraverso le offerte che provengono dalla distribuzione delle pergamene con la Benedizione Apostolica e attraverso i generosi contributi privati. Per il futuro, l’Elemosineria, insieme con la Comunità di Sant’Egidio, si impegna a sostenere economicamente tutta l’attività del centro.

18 novembre 2019