Un oratorio in memoria di Luigi Calabresi

Sacra Fraternitas Aurigarum di don Innocenti, che fu suo padre spirituale, lo ricorderà mercoledì 17 maggio a Santa Maria degli Angeli

Sacra Fraternitas Aurigarum di don Innocenti, che fu suo padre spirituale, lo ricorderà mercoledì 17 maggio a Santa Maria degli Angeli

«Da due anni sono sotto questa tempesta e non potete immaginare cosa ho passato e cosa sto passando. Se non fossi cristiano, se non credessi in Dio non so come potrei resistere». Così il commissario di Polizia Luigi Calabresi raccontava la sua vicenda quando, dopo la morte dell’anarchico Pinelli nella Questura di Milano, divenne bersaglio di una campagna di denuncia da parte di intellettuali, formazioni extra–parlamentari e gruppi estremisti, che lo accusavano di aver ucciso Pinelli gettandolo dalla finestra durante l’interrogatorio. Era il 1971. Un anno dopo, era il 17 maggio 1972, fu assassinato a Milano. Una delle pagine più buie degli “anni di piombo”.

Tre anni dopo un’inchiesta scagionò completamente Calabresi dall’accusa. A 45 anni dal suo vile assassinio il Luigi Calabresi verrà ricordato mercoledì 17 per iniziativa della Sacra Fraternitas Aurigarum, e in particolare di don Ennio Innocenti, che gli fu padre spirituale. Un Oratorio vocale e strumentale, in prima assoluta, sarà eseguito in sua memoria nella basilica di Santa Maria degli Angeli (ore 21). A dirigerlo, il compositore e direttore d’orchestra Nicola Samale. Saranno presenti autorità civili e militari, ma anche studenti di scuole e università.

Ai partecipanti saranno donati una medaglia di bronzo e il volume “Luigi Calabresi. Il santo. Il martire” curato da don Innocenti. «L’opera – si legge in una nota – presenta lo spirito cristiano e caritatevole del giovane Luigi. Arrivato all’università, Calabresi si orientò sempre più verso l’apostolato cristiano entrando poi in rapporto con padre Virginio Rotondi, il fondatore del movimento “Oasi” che dal 1950 ad oggi ha raccolto settantamila giovani».

Calabresi è stato proclamato servo di Dio dalla Chiesa cattolica. Paolo VI, in un telegramma datato 20 maggio 1972 e inviato al cardinale Giovanni Colombo, al tempo arcivescovo di Milano, dichiarò l’assassinio come un’offesa a «ogni elementare ed umano senso di giustizia e di onore della civile convivenza». San Giovanni Paolo II lo definì «testimone del Vangelo e eroico difensore del bene comune». Il cardinale Ruini, nel 2007, concesse il suo nulla osta per l’avvio della fase preliminare della causa di beatificazione (la fase diocesana deve essere avviata a Milano) autorizzando la raccolta di documenti e testimonianze promossa da don Innocenti

 

11 maggio 2017