Un libro sul binomio tra cinema e preghiera

La presentazione del volume firmato da Cornati e Viganò. Il segratrio generale della Cei Galantino: «Salda due realtà che sembrano lontane»

La presentazione del volume firmato da Cornati e Viganò. Il segratrio della Cei Galantino: «Salda due realtà che sembrano lontane»

“Cinema e preghiera”: è il binomio al centro del libro scritto da Dario Cornati, docente di Teologia fondamentale alla Facoltà Teologica di Milano, e Dario Edoardo Viganò, direttore del Centro Televisivo Vaticano, edito da San Paolo e presentato ieri, lunedì 2 marzo, nel corso di una tavola rotonda presso la chiesa della Santissima Trinità al Monte Pincio. «Un binomio forse azzardato – ha sottolineato Viganò – : la preghiera avvicina al mistero, il cinema mentre si mostra si sottrae. Il cinema non sopporta una scrittura per concetti, ha bisogno di storie, e in questa prospettiva, attraverso la fiction, i copioni recuperano il paradigma della preghiera».

Dal canto suo, Cornati, trattenuto da motivi di lavoro a Milano, ha evidenziato a Radio Vaticana un’analogia fra la settima arte, il cinema, e l’esperienza della preghiera, a cominciare dal «motivo dello sguardo, di uno sguardo che sa essere in qualche modo più silenzioso. Lo sguardo è in fondo quello di Dio sotto il quale il Signore Gesù, il Figlio, ma anche ciascuno di noi, vorrebbe sempre un po’ più stare per imparare da Lui, per imparare le cose buone del mondo». Il vescovo Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, ha evidenziato come il libro Il fuoco e la brezza del vento. Cinema e preghiera sia in grado di saldare due realtà che sembrano lontane, mettendo insieme «film dove ci sono preghiere e storie dove l’uomo scommette con stesso e mette in gioco scelte di vita con un senso nuovo e coraggioso».

L’incontro, organizzato dalla Fondazione Ente dello Spettacolo in collaborazione con Edizioni San Paolo e le Fraternità Monastiche di Gerusalemme (cui è affidata la chiesa di Trinità dei Monti) e introdotto da don Walter Insero, rettore della basilica di Santa Maria in Montesanto, è stato aperto da don Ivan Maffeis, presidente della Fondazione Ente dello Spettacolo e vice direttore dell’Ufficio nazionale Cei per le comunicazioni sociali, che ha preso spunto dalla recente serata di consegna dei Premi Oscar a Los Angeles. «Non pochi dei film premiati (Still Alice; La teoria del tutto; Selma; Boyhood…) – ha detto – hanno riportato in primo piano l’idea di un cinema come scuola che prende per mano lo spettatore e lo accompagna verso la realtà. Si torna così alla nascita di una nuova responsabilità nella quale avvertiamo la coincidenza tra il silenzio che spegne la luce in sala e il silenzio della croce».

L’attrice Elena Sofia Ricci, protagonista della fiction di successo Che Dio ci aiuti nel ruolo di suor Angela (produzione Lux Vide), nel ripercorrere il suo avvicinamento al ruolo della religiosa protagonista ha ricordato il suo inizio professionale in una famiglia poco vicina alla pratica della Chiesa e della religione. «Avevo bisogno – ha detto – di entrare in contatto con la mia parte spirituale. E questo è avvenuto in alcuni momenti: di fronte al personaggio di don Camillo, al film di Pasolini che mi colpì per la totale assenza di enfasi, e all’incontro con suor Bernadette, la mia più grande emozione: è li che ho capito quale immagine avrei dato a suor Angela, concreta, semplice, in mezzo alle difficoltà. Dall’iniziale taglio poliziesco, i copioni si sono poi spostati sugli aspetti sociali, toccando temi importanti, tra gioie e dolori».

3 marzo 2015