Un francobollo per i 50 anni di Avvenire

La tiratura in 1.400.000 esemplari. In Vicariato l’emissione e l’annullo. Il direttore Marco Tarquinio: l’obiettivo di una «informazione onesta» e l’impegno «al servizio della gente». Il cardinale Ravasi: «La mia “casa di carta”»

La prima pagina della prima edizione di Avvenire, il 4 dicembre 1968, accostata alla prima pagina dell’edizione attuale sulla quale spicca Papa Francesco. Sullo sfondo, un campanile che si erge tra i tetti delle case per testimoniare il legame tra il quotidiano cattolico e la comunità. In alto la scritta “1968-2018. 50 anni del quotidiano Avvenire”. È quanto raffigurato sul francobollo stampato da Poste Italiane per celebrare il mezzo secolo del giornale fondato da Papa Paolo VI, per il quale era necessario creare uno strumento di evangelizzazione e di dialogo con il mondo moderno.

Appartenente alla serie tematica “Le eccellenze del sistema produttivo ed economico”, il francobollo celebrativo, la cui tiratura è di 1.400.000 esemplari, è stato emesso ed annullato ieri sera, giovedì 11 ottobre, nella Sala degli Imperatori del Vicariato. In mezzo secolo di storia il giornale è notevolmente cresciuto. Nel video “Il futuro. Ogni giorno”, realizzato per l’occasione, i giornalisti hanno rimarcato l’impegno costante profuso per rispettare le persone e la verità dei fatti, la scelta accurata delle notizie da raccontare e le inchieste svolte, lo sguardo attento e obiettivo per valorizzare l’impresa sociale e per diffondere un’informazione globale. In primo piano, sempre le storie di chi non ha voce e un’attenzione particolare alle periferie soprattutto del sud Italia.

Cuore del giornale – che vanta oltre 30 inserti, pagine speciali e settimanali diocesani, tra i quali Roma Sette – è l’informazione religiosa. In mezzo secolo Avvenire ha raccontato il magistero di cinque pontefici e l’operato delle diocesi. Marco Tarquinio, ottavo direttore del quotidiano cattolico, in carica dal 2009, non ha nascosto la sua emozione per essere alla guida del giornale proprio nel 50° della fondazione e alla vigilia della canonizzazione di Papa Paolo VI. Ispirandosi al fondatore, il quotidiano continua a fare «informazione onesta, parola che dice tutto della nostra vocazione di informatori per gli altri», ha dichiarato Tarquinio. Ogni giorno la redazione è impegnata nella realizzazione di un giornale che «non cerca soltanto una clientela ma che vuole fare del bene», ha aggiunto.

Per il direttore il francobollo, il cui bozzetto è stato realizzato da Giuliano Traini, caporedattore del quotidiano, rappresenta «il riconoscimento di un’eccellenza produttiva», primato che il quotidiano vuole continuare a mantenere perché «al servizio della gente. Un Paese non informato o disintermediato è un Paese più povero». Per sintetizzare l’impegno del quotidiano Tarquinio ha concluso il suo intervento citando le parole di Papa Montini al quale il “suo” giornale dedicherà un’edizione speciale per la canonizzazione. «Amerò ancora e innanzitutto la verità senza esitazioni, restrizioni, compromessi, come pura libertà».

Alla serata, moderata dall’inviata di Avvenire Lucia Bellaspiga, hanno partecipato numerosi rappresentanti del mondo ecclesiale, culturale e associativo. In prima fila, tra gli altri, il direttore generale Paolo Nusiner e il presidente del consiglio d’amministrazione monsignor Marcello Semeraro. Il presidente dell’Istituto poligrafico e Zecca dello Stato Domenico Tudini ha posto l’accento sulle caratteristica di Avvenire, un quotidiano «presente ovunque, non solo nelle grandi città, capace di divulgare un’informazione attenta al messaggio culturale che la Chiesa vuole trasmettere». Per il sottosegretario del ministero dello Sviluppo economico Michele Geraci il giornale è «il principale quotidiano cattolico del Paese» e lo ha definito «uno strumento culturale e di formazione per i cattolici italiani. Un formidabile strumento di evangelizzazione e di dialogo».

Il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della cultura, ha condiviso un suo ricordo di giovane studente di scienze bibliche. In un’edicola, in piazza di Santa Maria Maggiore, acquistò il primo numero di Avvenire. «Sono il più antico lettore del quotidiano in questa sala – ha detto -: il giornale ha accompagnato mezzo secolo della mia biografia». Ha quindi ricordato le tappe che hanno reso indissolubile il suo legame con il giornale, che mai avrebbe immaginato sarebbe diventata la sua «casa di carta». Nel 1990 iniziò a scrivere nella sezione Gutenberg (attuale Agorà). Dal 1992, e per i successivi 15 anni, ha curato la rubrica “Il Mattutino”. Per il porporato, Avvenire ha cercato sempre «di presentare le componenti scandalizzanti della società, anche se oggi non scandalizzano più». Ha ricordato che il giornale rivolge un’attenzione particolare alla condizione geopolitica globale, ai luoghi più remoti della Terra, agli angoli che «sono censurati, senza rifiutare componenti che possono essere scandalose e che non devono essere censurate da un quotidiano. Non bisogna aver paura di entrare nei temi più roventi, come quelli della bioetica», ha concluso, segnalando gli «orizzonti nuovi» come l’intelligenza artificiale e le neuroscienze.

12 ottobre 2018