Un catecumenato per i fidanzati

Novità dall’11 ottobre. Un itinerario diocesano in due parrocchie. Ne parla il vescovo Ruzza: approfondimento nella fede per una piena consapevolezza del sacramento del matrimonio

Aiutare le giovani coppie a raggiungere una «piena consapevolezza rispetto al valore del sacramento nuziale» – che non è una semplice «tradizione sociale standardizzata» – attraverso un «cammino di approfondimento vero nella fede». Così il vescovo Gianrico Ruzza, delegato diocesano per la Pastorale familiare, presenta il nuovo progetto “A sposarsi s’impara”, il catecumenato per i fidanzati, ma aperto anche ai giovani sposi che vogliano riscoprire la bellezza del loro matrimonio, promosso e curato dall’Ufficio catechistico diocesano in sinergia con quello per la pastorale familiare.

«Questo cammino nasce dal desiderio di Papa Francesco che la Chiesa accompagni i più giovani in un discernimento profondo sul matrimonio – chiosa Ruzza -; l’auspicio è che possa essere una preparazione distinta dal corso prematrimoniale tradizionale per lo spessore kerygmatico e l’approfondimento biblico che il catecumenato per sua natura prevede quale percorso di iniziazione a un sacramento». A febbraio scorso, in occasione della celebrazione per i fidanzati e gli sposi nella basilica di Santa Sabina all’Aventino, proprio nel giorno della memoria liturgica di san Valentino, il cardinale vicario Angelo De Donatis aveva annunciato questo progetto, che aveva spiegato nascere dalle indicazioni contenute nell’esortazione apostolica Amoris laetitia di Papa Francesco.

Suddiviso in tre tappe, l’itinerario spirituale diocesano si svolgerà in parallelo, nelle stesse date, nelle parrocchie romane di San Saturnino, zona corso Trieste, e di San Giovanni Battista de La Salle, al Torrino, ma è aperto a tutti; il primo appuntamento è per venerdì 11 ottobre alle ore 20.30. Gli incontri del primo modulo, in calendario da ottobre a dicembre, «corrispondono al tempo del pre-catecumenato, durante il quale a fare da riferimento sarà un interrogativo: “Siamo coppia?”, per comprendere davvero la propria vocazione alla relazione e il valore della scelta di sposarsi», illustra ancora Ruzza. Da gennaio a marzo, invece, «la domanda che i giovani si porranno sarà “Siamo fidanzati?”», al fine di considerare «quali sono le fondamenta del matrimonio alla luce del Vangelo di Giovanni», guardando agli incontri di Gesù con la samaritana, il cieco nato e Lazzaro. Infine, nei mesi di aprile e maggio, al centro della riflessione ci sarà la spiritualità da vivere come marito e moglie.

Le due équipe che animeranno gli incontri sono formate ciascuna da un sacerdote e da una coppia di sposi: nella parrocchia di San Saturnino, padre Alfredo Feretti, direttore del consultorio familiare diocesano “La famiglia”, con Agostino e Biancamaria Fiorani; a San Giovanni Battista de La Salle, don Pierangelo Pedretti, segretario generale del Vicariato, con Marco e Miriam Scicchitano. «Questo primo ciclo è un progetto sperimentale – conclude Ruzza – ma è già in programma un secondo percorso a partire da marzo» e l’intenzione è quella di dare continuità all’iniziativa «per rifondare il matrimonio sulla logica del dono, come quello di Gesù alla Chiesa, in discontinuità rispetto alla dimensione sociale della contrattualizzazione e affinché possa diventare uno stile capace di dare solidità alle relazioni».

16 settembre 2019