“Un altro calcio è possibile”, vince la Guardia di Finanza

Al Centro sportivo olimpico dell’Esercito italiano, Forze Armate e collegi e università pontificie si sono scontrate in un match quadrangolare. Monsignor Corbellini: «Lo sport è capace di educare bravi uomini e buoni cittadini»

Si sono sfidati, rincorsi, scontrati. Incitati a vicenda, correndo sotto la pioggia nonostante il freddo, e a un certo punto hanno pure discusso sulla probabile presenza di un buco nella rete della porta. Poi, però, si sono abbracciati e i colori delle maglie sono diventati un arcobaleno  di fair play. Per dimostrare che “Un altro calcio è possibile” sabato 15 novembre sul campo del Centro Sportivo Olimpico dell’Esercito Italiano si sono fronteggiate in un quadrangolare Forze armate e collegi e università pontifici (TOP C.U.P.) in occasione della V edizione del Torneo nato per promuovere lo sport come scuola di vita, incoraggiando tutti al rispetto per le regole, per i compagni di squadra, per gli avversari, per il proprio corpo, con l’obiettivo di riportare l’attenzione sui valori etico-sportivi insiti nel calcio, sport deteriorato dagli interessi economici e spesso macchiato da scandali.

A guidare le squadre, glorie dell’universo del pallone: Delio Rossi per l’Esercito italiano, Emiliano Mondonico per l’Aeronautica militare, Felice Pulici per la Top C.U.P. e Vincent Candela per la Guardia di Finanza, che si è aggiudicata il quadrangolare amichevole sconfiggendo per 2 a 0 l’Esercito italiano. La TOP C.U.P. ha meritato il 3° posto, battendo per 2 a 0 l’Aeronautica, vincitrice dell’edizione 2013.

«Comincio così la mia “carriera” da allenatore, e mi piace – dichiara Candela, allenatore –giocatore nella squadra delle Fiamme  Gialle –. Il calcio lo conosco molto bene e ho affrontato questa esperienza con un grande sorriso. Noi abbiamo avuto fortuna e dobbiamo dare l’esempio ai più giovani, ai bambini. Sono molto orgoglioso – aggiunge l’ex calciatore della Roma, ora tra i partecipanti della trasmissione RAI “Ballando con le stelle” – di aver contribuito a una iniziativa che presenta l’alternativa di un calcio pulito».

Gli fa eco Delio Rossi, che ha allenato l’Esercito, secondo classificato: «Noi scendiamo in campo per ricordare che il calcio è una passione, soprattutto per i giovani che si avvicinano. In Italia, per esempio, non serve la fedina penale pulita per essere dirigente di una squadra di calcio, e questo secondo me non ha senso. Se non rivediamo il nostro modo di fare calcio, un cambiamento è difficile, ma noi crediamo che sia possibile. Non è tutto oro quello che luccica – sottolinea l’allenatore, che ha guidato la Lazio dal 2005 al 2009 fino alla vittoria di una Coppa Italia – lo sport è sacrificio, voglia di migliorarsi ogni giorno e, come nella vita, devono andare avanti i più bravi». E secondo Emiliano Mondonico, mister dell’Aeronautica militare, «non è vero che si deve giocare tanto per partecipare. Quando si corre dietro a un pallone occorrono la giusta aggressività, voglia di far bene e portare a casa il risultato. In campo – aggiunge il tecnico che, dopo aver sconfitto un tumore, nel 2012 è tornato ad allenare in Serie A – bisogna dare il meglio di sé, poi alla fine basta che nessuno abbia di che rimproverarsi. Siamo scesi in campo anche quest’anno perché dobbiamo insistere, non dobbiamo fermarci affinché un cambiamento nel mondo dello sport diventi realtà».

Per lo storico portiere della Lazio Felice Pulici, allenatore della TOP C.U.P. fin dalla prima edizione del Torneo, «è fondamentale, nello sport in genere, creare dei presupposti di fraternità e condivisione. Anche il fatto di poter stare insieme pur essendo sotto bandiere diverse fa capire come lo sport sia una competizione sana. Si vince o si perde, comunque gioiosi per aver partecipato». Concorda con Pulici padre Oscar Turrion, selezionatore dei seminaristi che partecipano al torneo: «Il mondo ci chiede il successo a tutti i costi, ma più del risultato conta il percorso. Tra un vincitore che impiega il 50% delle proprie energie e un “perdente” che mette in gioco il 100% di se stesso, il “vero uomo” è quest’ultimo. “Vittoria” e “sconfitta” sono solo due parole. In mezzo c’è la vita. Sul campo e fuori».

Ha accolto le squadre la benedizione di monsignor Giorgio Corbellini, presidente dell’Ufficio del Lavoro della Sede Apostolica e presidente ad interim dell’Autorità di informazione finanziaria della Santa Sede, il quale, nel corso della conferenza stampa, ha rimarcato come «mediante la loro partecipazione al torneo, i giocatori e gli allenatori riconoscono che di certi valori etici c’è bisogno non solo nel mondo del calcio, ma nello sport in genere. Qui – ha concluso monsignor Corbellini, da sempre al fianco della TOP C.U.P. –  siamo tutti testimoni in favore di uno sport che non è “solo spettacolo” o “solo passatempo”, ma si configura come capace di educare bravi uomini e buoni cittadini».

 

17 novembre 2014