Umberto I, De Donatis: «Chi ha cuore umile entra in sintonia con Dio»
Il vicario ha celebrato la Messa al Policlinico universitario. Il cappellano don Marco Simbola: «In questo luogo di sofferenza la nostra fede è molto provata. Il nostro compito è semplicemente amare»
Testimonianza è la parola chiave su cui ruota la pastorale della cappellania del policlinico Umberto I. I sette cappellani che vivono all’interno del nosocomio svolgono il loro ministero sacerdotale non solo accanto ai malati ma anche al personale sanitario. Così la Parola si incarna e si fa vita in «un luogo di sofferenza dove spesso la fede è molto provata e talvolta negata ma il nostro unico compito è semplicemente amare». Con queste parole il cappellano, don Marco Simbola, ha accolto questa mattina, giovedì 22 marzo, il vicario, monsignor Angelo de Donatis, che ha celebrato la messa nella cappella dell’ospedale in vista delle ormai prossime festività pasquali.
Il sacerdote sta tessendo rapporti di collaborazione con i medici più sensibili che svolgono la propria professione nell’ottica della missione e non solo come un lavoro. Lo scopo è quello di creare un consiglio pastorale del policlinico. Tra le iniziative in cantiere l’organizzazione di una missione popolare tra le corsie dell’Umberto I dedicata soprattutto al personale medico, amministrativo, di segreteria, ai volontari ma anche agli operai. «Attraverso l’opera del consiglio pastorale che si creerà vorremmo analizzare le problematiche dell’ospedale, le eventuali preoccupazioni del personale e umanizzare la degenza. Più che alle forme devozionali vorrei insistere sulla formazione, la presenza costante accanto ai degenti e alle loro famiglie e l’affetto verso chi è più fragile» ha spiegato don Marco.
Da monsignor De Donatis l’invito a non indurire i cuori come i Giudei di cui parla il Vangelo di Giovanni nella liturgia odierna i quali non conoscendo Gesù, non volendo entrare in relazione con Lui, cercano di colpirlo con delle pietre. «Anche nelle nostre vite quando un cuore è indurito non riusciamo a riconoscere l’altro nella sua identità – ha detto –. Solo chi si mette con cuore umile davanti al Signore può entrare in sintonia con Lui e il prossimo». Un cuore può sciogliersi all’amore «se si amplifica la gioia scaturita dall’essere figli». In questa ottica si inserisce la missione dei cappellani che testimoniano la figliolanza divina con la vicinanza ai pazienti, interessandosi alle loro storie ed esperienze di vita.
Presenti alla liturgia anche il direttore generale, Vincenzo Panella e il direttore sanitario dell’Umberto I, Ferdinando Romano il quale ha evidenziato che il policlinico è una struttura altamente all’avanguardia non solo dal punto di vista tecnologico ma anche professionale. «È iniziata una corsa verso un futuro che sarà all’avanguardia anche in termini organizzativi, strutturali e dell’alta tecnologia – ha spiegato Romano – questa è l’unica eccellenza nazionale e internazionale e deve restare tale ma soprattutto deve dare alla gente le risposte che aspetta da una istituzione come la nostra di grande importanza storica e qualificata».
Dalle 15 di domani, venerdì 23 marzo, alle 8 di domenica 25 marzo, domenica delle Palme, nella cappella si terranno le 40 ore di adorazione eucaristica secondo la rivelazione di Gesù a San Filippo Neri, memoria delle ore tra la morte di Cristo e la sua resurrezione.
22 marzo 2018