Ugo Poletti, artefice del dialogo con la città

Nell'Aula della Conciliazione del Palazzo lateranense, il convegno di studi dedicato al cardinale, vicario della diocesi di Roma dal 1973 al 1991. De Donatis: «La sua operosità trova ampi riscontri nel cammino sinodale che la diocesi sta compiendo». Gli interventi di storici e testimoni

«Un padre, un uomo di Dio, un maestro di sapienza, un pastore infaticabile nel suo impegno a favore dell’unione». Questo è stato Ugo Poletti, cardinale vicario della diocesi di Roma dal 1973 al 1991, per il cardinale vicario Angelo De Donatis che questa mattina, 4 novembre, nell’Aula della Conciliazione del palazzo Lateranense, ha aperto i lavori del convegno di studi dedicato al porporato. Occasione per ricordare il suo impegno pastorale, l’impronta da lui lasciata nella diocesi di Roma che, come amava ripetere, «non è una macchina da far camminare ma una famiglia da amare». Nel trentennale della conclusione del servizio come vicario della diocesi di Roma, “l’uomo del dialogo”, come in tanti lo hanno definito, «ha lasciato una grande eredità fatta di esperienze spirituali, di rinnovamento, di strutture, di creazione e potenziamento di opere di carità – ha detto De Donatis -. Sotto la sua guida la Chiesa di Roma si è interrogata sulla propria identità e sulle proprie responsabilità di fronte alle inquietudini che attraversavano la città. Oggi la sua operosità trova ampi riscontri nel cammino sinodale che la diocesi di Roma sta compiendo».

L’incontro, durante il quale sono intervenuti coloro che hanno conosciuto e collaborato con Poletti, è stato «fortemente voluto dal cardinale De Donatis» nell’ambito del cammino pastorale della diocesi che negli anni scorsi si è soffermato sull’importanza di fare memoria, come ha spiegato monsignor Walter Insero, direttore dell’Ufficio comunicazioni sociali del Vicariato. Diffuso anche l’opuscolo, curato per l’occasione da monsignor Leonardo Sapienza, che raccoglie testi, alcuni inediti e autografi, sul rapporto fra Paolo VI e Poletti.

Nel 1972 Poletti fu nominato pro-vicario generale di Roma e per esercitare il suo ministero pastorale «si rivolse ai parroci – ha ricordato De Donatis – perché collaborassero al fine di attuare il suo programma che fin dall’inizio richiese il dialogo della Chiesa con la città, proprio in uno spirito di servizio e considerò urgente raggiungere i luoghi dove la Chiesa non era presente». Cinque mesi dopo, nel marzo 1973 divenne cardinale vicario e orientò la sua attenzione sulle realtà sociali emarginate dalla scena cittadina. Da questo suo impegno prese le mosse il celebre convegno sui “mali di Roma” del 1974. Il suo programma pastorale, ha aggiunto il vicario del Papa, «ebbe come obiettivo la formazione di una comunità cristiana autentica, capace di vivere in unità e in comunione di carità ad ogni livello. Solo così la comunità cristiana sarebbe stata segno profetico, avrebbe testimoniato la verità nella carità, si sarebbe posta al servizio della giustizia».

Giuseppe De Rita, presidente del Censis, che collaborò all’organizzazione del convegno del 1974, ha posto l’accento su tre fronti sui quali Poletti si impegnò, a partire «dalla soggettualità sociale della Chiesa romana che nacque con lui negli anni ‘70». Si è fatto inoltre promotore di «una Chiesa di popolo la cui crescita veniva dal basso. Suo grande tentativo è stato quello di combinare la responsabilità sociale con quella pastorale con attenzione alle periferie, alla formazione dei parroci e ai diversi settori della società civile».

Mauro Velati, ricercatore di Storia della Chiesa, parlando dell’attività pastorale di Poletti, che dal 1946 al 1951 fu parroco a Borgo San Martino, nella periferia di Novara, ha dato risalto alla volontà di essere «padre di tutti, non solo dei frequentatori della parrocchia. Era proprio ai più lontani che rivolgeva più spesso il suo pensiero». Nel 1964 fu chiamato a Roma a dirigere le Pontificie opere missionarie (Pom) e «il suo obiettivo – ha detto Augusto D’Angelo, docente di Storia contemporanea alla Sapienza – fu quello di preparare le Pom al post-Concilio e portarle a una visione universale del sacerdozio». Dal 1967 al 1969 Poletti fu arcivescovo di Spoleto e Valerio De Cesaris, rettore dell’Università per Stranieri di Perugia, ha messo in risalto che «in soli due anni il suo episcopato segnò una svolta nella vita della Chiesa a Spoleto. L’aspetto centrale del suo operato fu il tentativo di indirizzare fin da subito la diocesi nella via della ricezione del Concilio».

Il convegno, in diretta streaming sul canale YouTube della diocesi di Roma, prosegue nel pomeriggio con altri interventi di studiosi e testimoni.

4 novembre 2021