Uganda, accolti nel nord del Paese i rifugiati del Sud Sudan

Oggi sono oltre 1 milione, su una popolazione di 2.700.000 persone. Il nuovo progetto di Medici con l’Africa Cuamm per il rafforzamento del sistema sanitario e per l’assistenza alimentare

In Uganda è emergenza rifugiati dal Sud Sudan. Negli ultimi mesi il flusso delle persone in fuga dalle tensioni e dalla fame nel giovane Stato è cresciuto a dismisura e a oggi sono oltre 1 milione i rifugiati arrivati dal Sud Sudan nel Paese, su un popolazione di 2 milioni e 700mila persone, concentrati soprattutto nella regione di West Nile e nel distretto di Kiryandongo, in prima linea nell’accoglienza dei sud sudanesi in fuga dagli scontri e dalla fame.

In risposta a questa emergenza, è stato presentato ufficialmente ad Arua, nel nordo dell’Uganda, il nuovo progetto di Medici con l’Africa Cuamm (Cuamm) volto al rafforzamento del sistema sanitario in queste aree, per garantire assistenza alimentare e sanitaria alle mamme e ai bambini della zona, sia tra la popolazione residente, che tra i rifugiati del Sud Sudan. Si tratta di un intervento, dichiara Peter Lochoro, medico rappresentante della ong nel Paese, «volto a rafforzare il sistema sanitario, combattere la malnutrizione e assistere mamme e bambini. Per la salute di tutti, rifugiati e non».

Sei i distretti coinvolti, per una rete di 257 strutture sanitarie, «dove si punterà in primo luogo sulla formazione e il potenziamento delle capacità del personale già presente negli ospedali e nei centri di salute dell’area. Attualmente – continua Lochoro -, su un milione di rifugiati, 160mila sono donne in gravidanza o in allattamento e oltre 564.600 sono bambini sotto i 5 anni». Nei 19 campi rifugiati distribuiti nella zona «si è già superato il milione di persone ospitate e si prevede che entro la fine dell’anno saranno 1.200.000 i rifugiati Sud Sudanesi presenti nell’area».

Il West Nile è una regione di confine già economicamente svantaggiata, dove l’aumento della popolazione presenta potenziali rischi per la salute delle persone. Il governo ugandese ha quindi individuato la necessità di rafforzare il sistema sanitario della zona, nel quadro del piano REHOPE (Refugee and Host Population Empowerment Policy). Va in questa direzione anche il progetto dei Medici del Cuamm, sviluppato con Unicef in collaborazione con le autorità locali.

12 ottobre 2017