Ue: «Accelerare produzione e distribuzione vaccini»

Concluso il vertice, in videoconferenza, dei capi di Stato e di governo. Attacco ad AstraZeneca, inadempiente nella consegna delle dosi

Dai capi di Stato e di governo dell’Unione europea, riuniti ieri, 25 marzo, in videoconferenza, è arrivato un forte invito ad «accelerare la produzione, la consegna e la diffusione dei vaccini», che rimane «essenziale e urgente» per superare la crisi. Proprio per questo, «è necessario intensificare ulteriormente gli sforzi profusi a tal fine – le parole dei leader Ue -. Sottolineiamo l’importanza della trasparenza nonché dell’utilizzo di autorizzazioni di esportazione».

Ribadita dunque, almeno nella forma, l’unità di intenti e di azione per contrastare la pandemia e i suoi effetti. Per i 27 leader dell’Unione, è necessario anzitutto accelerare la campagna vaccinale, mettendo sotto pressione le aziende farmaceutiche, in particolare AstraZeneca che resta inadempiente nella consegna delle dosi. Ancora, annunciate regole più ferree per la esportazione di dosi, collaborazione con gli Stati Uniti – se ne è parlato con il presidente Joe Biden intervenuto da Washington -, senza escludere il vaccino russo Sputnik. «Riconosciamo l’importanza delle catene globali del valore e ribadiamo che le aziende devono garantire la prevedibilità della loro produzione di vaccini e rispettare i termini di consegna contrattuali», si legge nella dichiarazione conclusiva del Consiglio europeo. Confermato il criterio proporzionale in base alla popolazione per l’assegnazione dei vaccini. Riguardo alla questione della velocità della consegna, la palla viene lanciata al Comitato dei rappresentanti permanenti, chiamati ad affrontarla, «nel momento in cui si assegneranno i 10 milioni di dosi accelerate di BioNTech-Pfizer nel secondo trimestre del 2021, in uno spirito di solidarietà».

Nella dichiarazione finale non manca un lungo capitolo su mercato unico, politica industriale, trasformazione digitale, che richiede di affrontare inediti aspetti tecnici, fiscali e legislativi. In agenda anche il tema del “Mediterraneo orientale”, vale a dire i rapporti con la Turchia. «Ricordiamo l’interesse strategico dell’Unione europea a un contesto stabile e sicuro nel Mediterraneo orientale e sviluppare relazioni di cooperazione reciprocamente vantaggiose con la Turchia – si legge ancora nel documento -. Accogliamo con favore il recente allentamento delle tensioni nel Mediterraneo orientale grazie all’interruzione delle attività illegali di trivellazione, alla ripresa dei colloqui bilaterali tra Grecia e Turchia e ai prossimi colloqui sulla questione cipriota sotto l’egida delle Nazioni Unite. Invitiamo la Turchia ad astenersi da nuove provocazioni o azioni unilaterali in violazione del diritto internazionale».

Ancora, i leader Ue esprimono apprezzamento per «il fatto che la Turchia accolga circa quattro milioni di rifugiati siriani» e concordano di «portare avanti l’assistenza dell’Unione europea ai rifugiati e alle comunità di accoglienza. Invitiamo la Commissione – affermano – a presentare al Consiglio una proposta per il proseguimento dei finanziamenti a favore dei rifugiati siriani in Turchia, Giordania, Libano e in altre parti della regione». Per quanto riguarda la gestione della migrazione, nel quadro della più ampia strategia dell’Ue che comprende tutte le rotte migratorie, «dovrebbe essere rafforzata la cooperazione con la Turchia in particolare in settori quali la protezione delle frontiere, la lotta contro la migrazione illegale e il ritorno in Turchia dei migranti irregolari e dei richiedenti asilo respinti, conformemente alla dichiarazione Ue-Turchia, applicata in modo non discriminatorio». Non ultimo, «lo Stato di diritto e i diritti fondamentali rimangono una preoccupazione fondamentale. Gli attacchi ai partiti politici e ai media e altre recenti decisioni rappresentano significative battute d’arresto per i diritti umani e sono in contrasto con gli obblighi della Turchia di rispettare la democrazia, lo Stato di diritto e i diritti delle donne».

26 marzo 2021