Ucraina, Un ponte per: «Basta armi. Negoziato e cessate il fuoco subito»

L’appello dell’organizzazione, tra i promotori della manifestazione nazionale del 5 novembre. Una delegazione tornata da Kiev con una carovana di Stop the war now

Una delegazione di “Un ponte per” è appena tornata da Kiev con una carovana di Stop the war now. A riferirlo sono i co-presidenti Alfio Nicotra e Angelica Romano, che domani, 5 novembre, saranno alla manifestazione nazionale per la pace che partirà da piazza della Repubblica per arrivare in piazza San Giovanni, di cui l’organizzazione è tra i promotori. «Dalla fondazione – affermano -, abbiamo sempre scelto di stare dalla stessa parte: quella delle vittime, di chi subisce i bombardamenti, di chi viene perseguitato perché si rifiuta d’imbracciare un fucile e di sparare a un proprio simile. È giunto il momento di smetterla di alimentare questa guerra fratricida e scendiamo in piazza per chiedere al nostro governo e a quelli dell’Unione europea di cambiare strada. Basta armi: si passi finalmente alla diplomazia e al negoziato».

Per Nicotra e Romano, «la scelta di contrastare l’illegittima invasione da parte della Russia dei territori dell’Ucraina con la forza delle armi, le sanzioni e rifiutandosi d’intavolare qualsiasi trattativa con il nemico – scrivono in un appello – sta portando in un vicolo cieco. L’articolo 51 dell’Onu legittima la difesa anche armata di un Paese sovrano aggredito, ma subito dopo stabilisce che spetta alla comunità internazionale avanzare tutte le iniziative per ripristinare la pace attraverso il dialogo e il negoziato. Quella a cui stiamo assistendo ormai da mesi – proseguono – non è solo una guerra della Russia contro l’Ucraina ma è sempre di più una guerra tra la Russia e la Nato: alimentarla è da irresponsabili e avvicina il rischio di una catastrofe nucleare».

Nell’analisi dei due co-presidenti di Un ponte per, «la distruzione delle infrastrutture civili, il sempre più alto tributo di sangue della popolazione ucraina e dei coscritti russi mandati al fronte a uccidere e morire dal regime di Putin, ci dicono che diplomazia, negoziato, cessate il fuoco immediato, avvio di una conferenza di pace per la sicurezza comune del continente europeo non possono più attendere». L’auspicio allora è che «si spezzi l’inerzia all’estensione del conflitto e alla minaccia nucleare imponendo alle parti il cessate il fuoco e l’avvio, sotto l’egida dell’Onu, del negoziato di pace». E ancora: «Chiediamo protezione immediata e asilo politico per tutti i disertori e obiettori di coscienza ucraini e russi oltre che moltiplicare il sostegno umanitario per la popolazione colpita dalla guerra sostenendo la costruzione della pace con la società civile ucraina. Fermiamo la guerra mondiale a pezzi – concludono -, svuotiamo gli arsenali e riempiamo i granai».

4 novembre 2022