Ucraina: si temono 300 morti nel teatro di Mariupol

L’attacco avvenuto il 16 marzo. Bombardato un policlinico a Kharkiv. E sale a 135 il numero dei bambini morti dall’inizio dell’invasione. Ue pronta a nuove sanzioni. Il ministro degli Esteri di Mosca Lavrov: contro la Russia, «guerra ibrida totale»

Sale la conta dei morti nell’attacco russo al teatro di Mariupol, il 16 marzo scorso: il sindaco – che cita dei testimoni – parla di 300 vittime. Intanto da Ukrinform arriva la notizia di un bombardamento russo, questa mattina, sul policlinico di Kharkiv, confermata dalla polizia della regione. Morte 4 persone. «Gli occupanti russi continuano a uccidere civili a Kharkiv. A seguito del bombardamento mattutino delle infrastrutture civili con lanciarazzi, 7 civili sono rimasti feriti, 4 dei quali sono morti», scrivono, precisando che le forze russe hanno sparato sul policlinico nel quartiere Osnovyansky, dove si trova il centro degli aiuti umanitari, verso le 7.45. E precisano: non ci sono strutture militari nelle vicinanze. Il governatore Oleg Synegubov denuncia su Telegram:  «Un altro crimine di guerra commesso dai russi. Il nemico vuole creare il panico e impedire la distribuzione degli aiuti umanitari».

Al 30° giorno di guerra, le forze ucraine hanno riconquistato città e posizioni di difesa a est della Capitale Kiev, fino a 35 chilometri, secondo il ministero della Difesa britannico. A renderlo possibile, anche il ripiegamento delle forze russe su linee di rifornimento troppo estese». Con probabilità, si legge nel bollettino pubblicato su Twitter dal dicastero inglese, l’Ucraina continuerà a «tentare di spingere indietro le forze russe lungo l’asse nord-occidentale che va da Kiev verso l’aeroporto di Hostomel». Nel sud del Paese, invece, le forze russe «stanno ancora tentando di circondare Mykolaiv con l’obiettivo di dirigersi a ovest verso Odessa, mentre i loro progressi vengono rallentati da problemi logistici e dalla resistenza ucraina».

Colpita, nella notte, una struttura militare ucraina nella periferia di Dnipro, terza città del Paese, nella regione centro – orientale. A riferire la notizia, informa Ukrinform, il governatore del distretto di Dnipropetrovsk, Valentyn Reznichenko, che parla di «una notte allarmante. Due attacchi missilistici contro un’unità militare alla periferia del Dnepr. Danni gravi», scrive su Telegram. I soccorritori sono al lavoro, alla ricerca di eventuali vittime tra le macerie. Il ministero russo della Difesa, nel frattempo, comunica che missili Kalibr hanno colpito e distrutto anche il maggiore deposito di carburante rimasto a disposizione dei militari ucraini, vicino a Kiev, riferisce Interfax.

Complessivamente, sale a 135 il numero dei bambini morti in Ucraina dall’inizio dell’invasione russa. È il bilancio offerto dall’ufficio della Procura ucraina, condiviso dal Parlamento di Kiev sul suo profilo Twitter. Ieri erano 128. «A oggi 25 marzo – si legge nel tweet – 135 bambini sono morti in Ucraina a causa dell’aggressione dell’esercito russo. 184 bambini sono rimasti feriti». Intanto il vice primo ministro Iryna Vereshchuk informa che per la giornata di oggi sono stati concordati due corridoi umanitari, entrambi nel sud del Paese: il primo va da Mariupol, assediata ormai da giorni, a Zaporizhia; il secondo parte invece da Melitopol, con la stessa destinazione finale. «Faremo tutto ciò che è in nostro potere affinché gli autobus pieni di residenti di Mariupol raggiungano Zaporizhzha oggi», ha chiarito. Nella città infatti mancano cibo, acqua ed elettricità.

Dall’Europa arriva la conferma che si continuerà a «fornire aiuti finanziari, politici, materiali e umanitari all’Ucraina», si legge nel comunicato conclusivo del primo dei due giorni del vertice del Consiglio Ue di Bruxelles. L’Europa, assicurano i capi di Stato e di governo, resterà «al fianco» di Kiev e «del suo popolo, confermando la dichiarazione di Versailles e riconoscendo le aspirazioni ucraine d’ingresso nell’Unione europea». Rinnovata quindi la richiesta alla Commissione di «consegnare le sue valutazioni, in linea con le procedure di ingresso dei trattati». Non solo: l’Ue si dice «pronta a chiudere scappatoie, a contrastare possibili manovre evasive e a imporre nuove misure coordinate per minimizzare la capacità della Russia di continuare l’aggressione». Dal presidente Zelensky il ringraziamento ai 27 – Ungheria esclusa – per le iniziativa intraprese, seppure «un po’ tardi». Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov invece, citato dall’agenzia Tass, denuncia la «guerra ibrida dotale» ingaggiata contro la Russia. E il Cremlino nega qualsiasi violazione in Ucraina delle leggi internazionali sulle bombe al fosforo.

Resta la Cina ad opporsi «con forza» ad «accuse e sospetti infondati», nonché a «qualsiasi tentativo di esercitare coercizione e pressione», ricordando che, «in quanto residuo della Guerra Fredda e la più grande alleanza militare del mondo, la Nato segue un concetto di sicurezza obsoleto», come commenta un portavoce della rappresentanza permanente cinese presso l’Ue sul vertice straordinario del Patto Atlantico, in cui i leader hanno invitato tutti gli Stati, inclusa la Cina, a sostenere l’ordine internazionale, «compresi i principi di sovranità e di integrità territoriale, in merito all’invasione della Russia a danno di Kiev».

25 marzo 2022