Ucraina – Russia: Putin riconosce il Donbass e invia truppe «per assicurare la pace»

Condanna di Usa e Ue, che annunciano sanzioni. Riunione del Consiglio di sicurezza Onu. Il presidente ucraino Zelensky: «Non abbiamo paura della Russia». Registrate dall'Ucraina 84 violazioni del cessate il fuoco nelle ultime 24 ore. Spostata in Polonia l'ambasciata statunitense

Nella serata di ieri, 21 febbraio, il presidente russo Vladimir Putin ha annunciato il riconoscimento dell’indipendenza delle autoproclamate repubbliche separatiste di Donetsk e Lugansk, ordinando poi, a sorpresa, all’esercito russo di entrare nel Donbass, «per il mantenimento della pace», è la versione del Cremlino. E nella notte i primi blindati russi sono entrati a Donetsk. Una mossa, l’invio di truppe russe in territorio ucraino, che l’Occidente ha tentato di evitare per settimane. Immediata la replica del presidente ucraino Volodimyr Zelensky: «Non abbiamo paura della Russia». Quindi, parlando alla nazione, ha assicurato che gli ucraini non cederanno «un solo pezzo» del Paese.

Immediata anche la condanna di Usa e Unione europea, che hanno condannato la decisione della Russia e hanno annunciato sanzioni. Il presidente statunitense Joe Biden ha già firmato l’ordine esecutivo che vieta nuovi investimenti, attività commerciali e finanziarie nel Donbass mentre l’Alto rappresentante Ue per la politica estera Josep Borrell, a Parigi per il Forum per la Cooperazione Indo-Pacifica, ha annunciato questa mattina: «Nel pomeriggio adotteremo le prime sanzioni. Un Consiglio degli Affari esteri informale si terrà dopo questo Forum», ha anticipato, mostrando sicurezza riguardo al voto unanime dei Paesi membri. Di misure «mirate» ha parlato il presidente di turno del Consiglio Ue, il francese Emmanuel Macron. In programma a Bruxelles anche la riunione degli ambasciatori dei 27 Paesi membri, che avrà sul tavolo proprio il dossier sanzioni dopo il riconoscimento da parte di Mosca delle regioni separatiste di Donetsk e Lugansk.

Riunito nella notte, intanto, il Consiglio di sicurezza dell’Onu. L’ambasciatore russo ha assicurato: «Rimaniamo aperti alla diplomazia». E sulla «strada diplomatica» ha confermato l’impegno del suo Paese anche l’ambasciatore ucraino, che ha aggiunto: «Ma siamo sulla nostra terra, non abbiamo paura di niente e di nessuno. Non daremo via niente a nessuno». Gli Usa nel frattempo, per motivi di sicurezza, hanno spostato la rappresentanza diplomatica in Polonia. Ed è di questa mattina la notizia riferita dalla Joint Forces Operation del ministero della Difesa ucraino di 2 soldati ucraini uccisi da bombardamenti la notte scorsa mentre altri 12 sono rimasti feriti. Nello stesso rapporto si parla anche di 84 violazioni del cessate il fuoco da parte delle forze appoggiate dalla Russia, 64 delle quali con armi vietate dagli accordi di Minsk.

«Anche nei momenti più difficili, noi siamo pronti alle trattative», ha detto questa mattina la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova, rendendo noto, in alcune dichiarazioni trasmesse su YouTube, che il ministro degli Esteri Serghei Lavrov è ancora pronto a incontrarsi con il segretario di Stato Usa Antony Blinken; incontro previsto per giovedì 24 febbraio a Ginevra. Intanto l’Ucraina e  i Paesi Ue hanno raggiunto un accordo di principio sulla creazione di una missione di formazione militare consultiva in Ucraina. E le compagnie aeree commerciali annunciano lo stop: come già Lufthansa e Swiss Air, anche l’Air France ha annullato i voli di oggi, 22 febbraio, per Kiev. E anche le autorità russe hanno invitato a non sorvolare il Mar d’Azov, nel nord del Mar Nero, a est della Crimea.

22 febbraio 2022