Ucraina, Ramonda (Papa Giovanni XXIII): «Revochiamo la decisione di fornire armi»

Una delegazione della Comunità arrivata a Leopoli per valutare le azioni umanitarie più opportune e la creazione di corridoi umanitari per l’evacuazione

Valutare le azioni umanitarie più opportune da intraprendere nelle prossime settimane e la creazione di corridoi umanitari per l’evacuazione dei profughi. Questo l’obiettivo della missione di monitoraggio della Comunità Papa Giovanni XXIII, arrivata ieri, 2 marzo, a Leopoli con una delegazione. Ad accompagnarla, l’arrivo di numerosi mezzi militari in movimento al confine con la Polonia e una lunga fila di persone incolonnate in uscita.

Leopoli, riferiscono dalla Comunità, si è rivelata «un immenso campo profughi a cielo aperto, una città completamente paralizzata dalla presenza di decine di migliaia di persone arrivate da tutto il Paese. Nella stazione ferroviaria una folla immensa si accalca senza sosta attorno ai vagoni. In tutta la zona sono ormai del tutto esauriti i posti letto negli alberghi e nelle strutture ricettive; è pressoché impossibile trovare luoghi per rifocillarsi e un gran numero di madri, sole con i propri bambini, si trovano a dormire per strada al freddo in condizioni disumane».

A parlare è il presidente della Comunità fondata da don Oreste Benzi, Giovanni Paolo Ramonda. «I nostri volontari di Operazione Colomba e i Caschi Bianchi sperimentano da trent’anni la condivisione diretta, promuovendo un’azione nonviolenta, a fianco delle vittime dei conflitti e della violenza strutturale – spiega -. Chiediamo al governo italiano di revocare la decisione di fornire armi all’Ucraina e di far pressione in Europa perché nessuno Stato invii armi letali al Paese. Come già successo in altri scenari internazionali, armare uno dei combattenti ha delle ripercussioni non prevedibili che portano a escalation senza ritorno».

È possibile sostenere le azioni della Comunità Papa Giovanni XXIII direttamente online, su emergenze.apg23.org.

3 marzo 2022