Ucraina: missili ipersonici su Odessa

Il premier Draghi e il presidente Usa Biden sa confronto su sanzioni e aiuti. Nella parte orientale del Paese, distrutto il monastero di San Giorgio. Nella regione di Kharkiv, trovati 44 corpi sotto alle macerie di un palazzo. Continua l’assalto all’acciaieria Azovstal

In programma oggi, 10 maggio, a Washington l’incontro tra il premier italiano Mario Draghi e il presidente Usa Joe Biden sulle sanzioni da imporre alla Russia e gli aiuti da destinare all’Ucraina. Sul tavolo, la fornitura di armi a Kiev, oltre alla «stretta cooperazione» tra i due Paesi, al tema della sicurezza energetica europea e della lotta ai cambiamenti climatici, informa la  la portavoce della Casa Bianca, Jen Psaki. Nella giornata di ieri intanto Biden ha firmato una legge ispirata a una misura di Roosevelt del 1941 usata per fornire equipaggiamenti ai britannici che combattevano contro Hitler, chiedendone al congresso la rapida approvazione, per fermare la «distruzione sfrenata» in corso in Ucraina. Preoccupazione, nelle parole del presidente americano, per il fatto che non si trovi via d’uscita alla guerra: intervenendo a una raccolta fondi a porte chiuse, in serata, riferiscono i media americani, ha parlato del presidente russo Vladimir Putin come di un «calcolatore» che «credeva di poter spezzare la Nato e l’Unione europea». Ora, ha spiegato, gli Usa stanno cercando di capire cosa intenda fare.

Dopo il discorso di Putin per le celebrazioni della Giornata della vittoria, comunque, non si arresta l’offensiva lanciata a scopo «preventivo», come ha rivendicato anche introducendo le celebrazioni di ieri, 9 maggio, che non vedrà comunque nessuna escalation. Il capo negoziatore russo assicura che la strada della trattativa non è chiusa. Nel frattempo però l’offensiva russa non si ferma, concentrandosi in particolare sull’est e sul sud del Paese. A cominciare da Odessa, il principale porto dell’Ucraina sul Mar Nero per l’esportazione di prodotti agricoli, colpita ieri sera – con le strade vuote a causa del coprifuoco – da una serie di raid che hanno causato almeno un morto e cinque feriti. Tre i missili ipersonici lanciati dalla Russia su un hotel; altri 7 contro un centro commerciale. A riferirlo, il portavoce dell’amministrazione militare regionale di Odessa, citato dalla Cnn. Le unità russe hanno attaccato la città usando sottomarini, navi e aerei. Non è chiaro, secondo la Cnn, perché sia stato colpito l’albergo e chi o cosa potesse ospitare.

Distrutto da un missile anche il monastero di San Giorgio della Santa Dormizione di Svyatogorsk, nell’Ucraina orientale, informa via Telegram l’agenzia Ukrinform. L’Eremo, appartenente al Patriarcato di Mosca, sorge sulla sponda destra del fiume Severskij Donec, affluente del Don. Le prime notizie sulla sua esistenza risalgono al 1526 e lo descrivono come «sentinella contro i tatari di Crimea». Nel 1637 fu costruita la Cattedrale della Santa Dormizione, nella parte superiore del monte, fatto di labirinti e passaggi. Durante il conflitto ha offerto rifugio ai civili, venendo già danneggiata da un attacco aereo lo scorso 12 marzo. Feriti molti dei rifugiati. Sul versante opposto del Paese, nella regione di Kharkiv, sono stati trovati sotto alle macerie di un palazzo, a Izyum, i corpi di 44 civili. Ne dà notizia su Telegram il capo dell’amministrazione militare regionale di Kharkiv, Oleg Sinegubov, riporta l’agenzia ucraina Unian. «Questo è un altro orribile crimine di guerra degli occupanti russi contro i civili», afferma.

Prosegue anche l’assalto all’acciaieria Azovstal di Mariupol, dove centinaia di combattenti ucraini continuano a resistere, riferisce il ministro della Difesa ucraino citato dalla Bbc. Secondo la testimonianza di un consigliere del sindaco – che parla di «almeno 100 civili» rimasti nei rifugi con i militari -, l’esercito russo ha iniziato ad assediare la fabbrica dopo che un convoglio Onu ha lasciato la regione di Donetsk. I russi hanno cercato di far saltare un ponte usato per le evacuazioni, ha spiegato, per bloccare gli ultimi combattenti rimasti all’interno. Per salvarli, ha annunciato l’ex comandante del reggimento Azov Maxim Zhorin in un’intervista esclusiva a Canale 24 riportata da Unian, l’esercito di Kiev sta lavorando a un piano militare, in parallelo con i canali diplomatici già aperti. Tuttavia, ha spiegato, sarà prima necessario completare l’equipaggiamento militare e il rifornimento delle armi. L’operazione, in ogni caso, «potrebbe essere in più fasi, raggruppando le unità», ha spiegato.

All’orizzonte c’è anche il rischio di una crisi alimentare globale,  per prevenire la quale il presidente ucraino Volodymyr Zelensky rinnova l’invito alla comunità internazionale a prendere misure immediate per porre fine al blocco russo dei porti del Paese, consentendo così per consentire le spedizioni di grano. «Senza le nostre esportazioni agricole – le sue parole, riferite dal Guardian -, decine di Paesi in diverse parti del mondo sono già sull’orlo di una carenza alimentare e con il tempo, la situazione può diventare davvero terribile. I politici stanno già discutendo le possibili conseguenze della crisi dei prezzi e della carestia in Africa e in Asia. Questa – ha continuato – è una conseguenza diretta dell’aggressione russa, che può essere superata solo insieme, da tutti gli europei, da tutto il mondo libero. Può essere superato facendo pressione sulla Russia, costringendo effettivamente Mosca a fermare questa guerra vergognosa». Sulla stessa linea il commento del presidente del Consiglio europeo Charles Michel, proprio ieri in visita a Odessa, affidato a Twitter. Dopo aver visto silos pieni di grano e mais pronti per l’esportazione ma bloccati, ha scritto: «Abbiamo bisogno di una risposta globale».

10 maggio 2022