Ucraina: il 70% di Kiev al buio

Gli aggiornamenti arrivano dall’arcivescovo maggiore Shevchuk. «In un solo giorno lanciati contro il Paese oltre 70 razzi». Migliaia di minatori bloccati nelle miniere

Nel videomessaggio diffuso ieri, 24 novembre, dall’arcivescovo maggiore di Kiev Sviatoslav Shevchuk, capo della Chiesa greco-cattolica ucraina, il punto sull’ultima giornata di combattimenti. In particolare, riferendosi a mercoledì 23, il presule parla di «un altro giorno di grande crimine di guerra su vasta scala, commesso dalla Russia. Ieri – spiega -, in un solo giorno, la Russia ha lanciato contro l’Ucraina più di 70 razzi, uccidendo più di 10 persone e ferendone almeno 36. Sono le notizie che apprendiamo questa mattina: dopo un massiccio attacco, tutte le centrali elettriche dell’Ucraina – nucleari, termiche e idroelettriche – sono rimaste senza corrente, perché è stata interrotta la continuità del sistema energetico dell’Ucraina».

Shevchuk riferisce che, «secondo i calcoli delle autorità statali ucraine, dal 10 ottobre al 23 novembre la Russia ha lanciato circa 600missili di diverso grado e tipo. A questa mattina il 70% della nostra Capitale, la città di Kiev, rimane sempre senza l’elettricità. L’approvvigionamento idrico è stato parzialmente ripristinato, ma oggi siamo davvero stupiti dagli sforzi eroici dei nostri operatori energetici e di altri nostri professionisti, medici e soccorritori. Quanto eroismo manifestano nel loro lavoro in questi giorni!».

Gli attacchi e i conseguenti black out rappresentano un pericolo per la vita delle persone, rileva il presule. «Dopo l’arrivo dei razzi – afferma -, migliaia di minatori sono rimasti nelle miniere sotterranee. Solo ieri è stato possibile liberare a Kryvyi Rih e nel distretto di Pavlohrad circa tremila minatori intrappolati, che sono stati portati con successo in superficie. Nella città di Cherkasy senza elettricità i medici hanno eseguito ieri un’eccezionale operazione di trapianto di rene», aggiunge.

25 novembre 2022