Ucraina: gelate e mancanza di elettricità, «una sfida molto grande»

Le parole dell’arcivescovo maggiore di Kiev Shevchuk, che fa il punto della situazione, nel 323° giorno della «grande guerra». I filorussi: «Abbiamo quasi il pieno controllo di Soledar»

Nell’ultimo videomessaggio diffuso ieri, 12 gennaio, l’arcivescovo maggiore di Kiev Sviatoslav Shevchuk fa il punto, come ogni giorno, sulla situazione nel Paese, al 323° giorno della «grande guerra su vasta scala che l’occupante russo ha portato nella nostra martoriata terra ucraina». Il presule denuncia che «a causa dell’abbassamento delle temperature si stanno intensificando le gelate, e avvertiamo la mancanza di elettricità. Molte città e villaggi – aggiunge – stanno subendo serie interruzioni di corrente che oggi rappresentano una sfida molto grande per noi, per coloro che vivono un po’ più lontano dalla linea del fronte».

Il capo della Chiesa greco-cattolica ucraina parla in particolare dell’ultima giornata e dell’ultima notte, «molto difficili per il nostro Stato, per il nostro popolo. Nell’est della nostra patria – riferisce – sta bruciando il cosiddetto “arco di fuoco”: nella regione di Lugansk, dalle città di Svatove, Kreminna, e fino alla regione di Donetsk». Il pensiero della Chiesa però si rivolge «in modo particolare» ai «difensori della nostra Patria vicino a Soledar, vicino a Bakhmut, vicino ad Avdiivka, dove il nemico continua ad attaccare incessantemente le nostre città e villaggi».

A prendere fuoco insomma è un’intera regione. «Di notte – prosegue ancora Shevchuk – i russi hanno di nuovo brutalmente attaccato la città di Zaporizhzhia. I missili hanno colpito le infrastrutture di questa martoriata città. Anche la nostra regione di Kherson si è trovata sotto il fuoco. Circa dodici centri abitati lungo la riva destra del Dnipro sono diventati il bersaglio dell’artiglieria russa. Ancora una volta il nemico ha attaccato la nostra regione di Kharkiv, la regione di Sumy e la regione di Chernihiv».

Nonostante tutto, conclude l’arcivescovo di Kiev, «nonostante questi momenti tragici, nonostante dover piangere ogni giorno i nuovi morti, preghiamo per la liberazione dei nostri prigionieri, ci prendiamo cura del recupero e della guarigione dei nostri feriti, ringraziamo oggi Dio e le forze armate di Ucraina per essere vivi. Oggi testimoniamo al mondo intero che l’Ucraina resiste! L’Ucraina combatte! L’Ucraina prega!».

Intanto dall’intelligence della Difesa ucraina (Gur) arriva un allarme relativo all’intenzione di Mosca di creare un esercito di 2 milioni di soldati. Nel primo reclutamento, ricordano, sono state arruolate 300mile persone. Il Gur non esclude ora che Mosca annunci un’altra mobilitazione nei prossimi giorni e ritiene che questa volta altri 500mila russi si uniranno alle forze armate. L’entità di queste misure indica, secondo l’intelligence della Difesa ucraina, i piani di Mosca di creare un esercito di circa due milioni di persone rispetto al precedente obiettivo di 1,5 milioni di soldati.

Riguardo all’offensiva sul terreno, un funzionario installato dal governo russo a Donetsk, Andrey Baevsky, riferisce che le truppe sostenute dai rossi hanno quasi il pieno controllo di Soledar. Nella città, precisa, ci sono ancora «piccole sacche di resistenza» ma «i nostri ragazzi continuano a schiacciare il nemico in questi luoghi», ha affermato il tenente colonnello e deputato del Parlamento dell’autoproclamata Repubblica Popolare di Donetsk. «In generale – conclude -, l’operazione si è sviluppata con successo e la periferia occidentale di Soledar è già completamente sotto il nostro controllo»

Sul fronte opposto, da Kiev il viceministro della Difesa Hanna Maliar sostiene su Telegram che le forze ucraine stanno resistendo a un’offensiva russa «ad alta intensità. Il nemico – aggiunge – ha inviato quasi tutte le sue forze principali in direzione della regione di Donetsk e sta mantenendo un’offensiva ad alta intensità». Nelle parole di Maliar, «questa è una fase difficile della guerra. I combattimenti continuano». Affidata alla Cnn la testimonianza di un soldato ucraino a Soledar. «Ci hanno abbandonato», le parole del militare – anonimo per ragioni di sicurezza -, che riferisce che i soldati rimasti nella città del Donbass attaccata dai russi stanno rimanendo senza cibo, con poca acqua e solo alcune munizioni. «L’ultima evacuazione – aggiunge – è avvenuta tre giorni fa. Ci hanno detto che ci avrebbero fatti ritirare, e adesso siamo semplicemente stati abbandonati. Resistiamo il più possibile, ma tutti possono stancarsi e alla fine oltrepassare il limite».

13 gennaio 2023