Ucraina: facilitata la cittadinanza russa nelle zone occupate

Il decreto del presidente Putin riguarda le regioni di Kherson e Zaporozhzhia. Intanto continuano i bombardamenti. Zelensky ai governi stranieri: continuare a fornire supporto militare

Pubblicato oggi, 25 maggio, sul portale delle informazioni legali della Federazione russa il decreti del presidente Vladimir Putin che semplifica l’acquisizione della cittadinanza russa per i residenti delle regioni di Kherson e Zaporozhzhia, nel sud dell’Ucraina. Un documento sulla «determinazione a fini umanitari delle categorie di persone legittimate a richiedere l’ammissione alla cittadinanza della Federazione russa secondo una procedura semplificata», si legge nel testo. La prima grande città completamente occupata dall’esercito russo è stata Kherson. Al momento si combatte per Zaporizhzhia, ancora sotto il controllo ucraino ma quasi circondata.

Proprio in quest’ultima città continuano i bombardamenti russi, che nella giornata di oggi hanno ucciso almeno una persona, ferendone altre tre, rende noto su Telegram il servizio stampa dell’amministrazione militare regionale, secondo quanto riporta l’agenzia Ukrinform. In particolare, sono stati lanciati quattro missili da crociera, di cui uno ha colpito un centro commerciale nel distretto di Oleksandrivskyi e altri due hanno colpito strutture civili nel distretto di Shevchenkivskyi. Il quarto missile è stato abbattuto dalla difesa aerea ucraina. «Continuamente bombardata, 24 ore su 24», la città di Severodonetsk, da dove il capo dell’amministrazione militare regionale del Lugansk Sergiy Gaidai – citato da Unian – ha riferito che «le truppe russe si sono già avvicinate molto, quindi possono sparare anche con i mortai. Ci sono pesanti combattimenti alla periferia della città mentre bombe e missili vengono sganciati dai bombardieri, la situazione è molto difficile. Stanno semplicemente cancellando Severodonetsk dalla faccia della Terra», ha commentato.

Mosca mira, insomma, a consolidare il controllo sulla provincia e ad avanzare ulteriormente verso est. Le forze russe hanno bombardato durante la notte anche la città Kramatorsk, sempre nella regione orientale, colpendo le aree residenziali e il settore privato, informa su Facebook il sindaco Alexander Goncharenko, precisando che non ci sono vittime. Citando un rappresentante della Direzione principale, Vadym Skibitskyi, riportato da Ukrinform, il servizio stampa della Direzione principale dell’intelligence del ministero della Difesa ucraino scrive su Telegram che i russi «sono diventati cauti, ma il loro raggruppamento navale oggi purtroppo ha il pieno controllo del Mar d’Azov, questo è chiaro, insieme allo Stretto di Kerch, e ora stanno bloccando i nostri porti sul Mar Nero». Sfondata anche la difesa ucraina sullo Svetlodar Bulg, nella regione di Lugansk, grazie alle unità delle autoproclamate Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk, con il supporto dell’esercito russo. Lo annuncia sempre su Telegram l’ambasciatore dell’autoproclamata Repubblica di Lugansk in Russia, Rodion Miroshnik, citato da Ria Novosti. «Parte dell’autostrada strategica Lysichansk-Artemovsk è sotto il pieno controllo del fuoco delle forze alleate – aggiunge -. Ciò ha portato alla quasi completa impossibilità di rifornire le truppe ucraine a Severodonetsk e Lysichansk. Avanziamo verso Maloryazantsevo, Volcheyarovka».

A livello internazionale intanto la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen parla di «ulteriori misure per mantenere alta la pressione su Putin e sui suoi compari. In primo luogo – scrive su Twitter -, aggiungiamo le violazioni delle sanzioni dell’Ue all’elenco dei reati europei. Chi viola le sanzioni deve essere assicurato alla giustizia. Presentiamo poi regole più severe  – prosegue – per tracciare e congelare i guadagni illeciti, anche dalla violazione delle sanzioni. Non lasceremo che gli oligarchi prosperino grazie alla macchina da guerra russa. I loro beni dovrebbero essere sequestrati e possibilmente utilizzati per ricostruire l’Ucraina». Nessun commento, da Mosca, al piano di pace per l’Ucraina presentato dall’Italia, anche se per il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov è «molto importante» la posizione del vice presidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitri Medvedev, che ha già bocciato il documento. Niente da fare neanche riguardo all’ipotesi di uno scambio di prigionieri: Mosca è disposta a discuterne solo dopo che i combattenti ucraini che si sono arresi nell’acciaieria Azovstal di Mariupol saranno stati processati, fa sapere il vice ministro degli Esteri Andrey Rudenko, citato dall’agenzia Interfax ma anche dalla Tass, secondo cui la questione non è all’ordine del giorno.

Sempre la Tass cita il ministero delle Finanze di Mosca, secondo cui la Russia intende continuare a pagare il suo debito estero in rubli se gli Usa le impediranno di farlo in dollari. Il Tesoro americano ha detto infatti che non rinnoverà la licenza in scadenza concessa alla Russia per pagare in dollari le cedole ai creditori americani, spingendo così di fatto il Paese al default, nonostante sia in possesso delle riserve per onorare il suo debito. I pagamenti, ha sottolineato il ministero, saranno effettuati in rubli «con la possibilità di successiva conversione nella valuta originale» prevista dai bond emessi.

Sul fronte opposto, dall’Ucraina il presidente Volodymyr Zelensky, parlando in un video messaggio del peggioramento della situazione nella regione del Donbass, ha chiesto ai governi stranieri di continuare a fornire supporto militare sotto forma di armi ed equipaggiamenti: è «il miglior investimento per mantenere la stabilità nel mondo», ha affermato, secondo il Guardian. La capacità del Paese di resistere alla Russia, ha osservato Zelensky, è stata una fonte di ispirazione per il mondo: «Dobbiamo sempre ricordare che siamo sopravvissuti a questi tre mesi grazie all’impresa di decine di migliaia di persone che hanno difeso lo Stato. E a costo di decine di migliaia di vite di uomini e donne ucraini uccisi dagli occupanti. Memoria eterna a tutti coloro che hanno dato la vita per l’Ucraina», le sue parole.

Cresce intanto il dramma dei bambini uccisi e scomparsi. Dal 24 febbraio, giorno dell’aggressione russa, a oggi, 25 maggio, sono 238 i piccoli ucraini rimasti uccisi nella guerra; ieri erano 234. I feriti sono 433. A riferire i dati è l’ufficio del procuratore generale di Kiev, riportato dall’agenzia Unian. A questi si aggiunge il dato relativo ai bambini scomparsi: secondo fonti ucraine, sono più di 1.900.

25 maggio 2022