Ucraina, Draghi alla Camera: «Pronti 1.400 militari. Altri 2mila disponibili»

L’informativa del premier sulla crisi Ucraina – Russia: «Il ritorno della guerra in Europa non può essere tollerato». L’ambasciata italiana a Kiev aperta e operativa

«Una pioggia di missili è caduta la scorsa notte su Kiev, mentre l’esercito ha assediato varie città lungo la strada tra il confine e la città». Nella sua informativa alla Camera dei deputati questa mattina, 25 febbraio, il presidente del Consiglio Mario Draghi fa il punto sull’attacco sferrato ieri dalla Russia nei confronti dell’Ucraina. «L’offensiva ha già colpito in modo tragico la popolazione: il ministero dell’Interno ucraino registra vittime civili», afferma, commentando che «le immagini a cui assistiamo – di cittadini inermi costretti a nascondersi nei bunker e nelle metropolitane – sono terribili e ci riportano ai giorni più bui della storia europea».

Al momento, l’esercito russo ha preso il controllo della zona della centrale nucleare di Chernobyl  mentre dalla Capitale Kiev, così come da altre città ucraine, si registrano lunghe fila di auto in uscita, «verso il confine con l’Unione europea». Tanto da rendere prevedibile «un ingente afflusso di profughi verso i Paesi europei limitrofi».137, al momento, i soldati ucraini uccisi e 316 i feriti dall’inizio dell’attacco mentre, secondo fonti ucraine, gli uomini persi dalle forze russe sarebbero 800, anche se mancano dati da parte sovietica sulle vittime dell’invasione.

Il premier ricorda l’impegno del governo italiano, con i partner internazionali, per risolvere la crisi per via diplomatica. «Qualsiasi dialogo però – afferma – deve essere sincero e soprattutto utile. Le violenze di questa settimana da parte della Russia rendono un dialogo di questo tipo nei fatti impossibile. La nostra priorità oggi deve essere rafforzare la sicurezza del nostro continente e applicare la massima pressione sulla Russia perché ritiri le truppe e ritorni al tavolo dei negoziati». Quindi il tema delle sanzioni, approvate nel Consiglio europeo di ieri, 24 febbraio: «Misure stringenti e incisive», i cui atti legislativi «saranno finalizzati e adottati in tempi rapidissimi». E l’Italia, assicura, «è perfettamente in linea con gli altri Paesi dell’Unione Europea, primi tra tutti Francia e Germania. Le misure sono state coordinate insieme ai nostri partner del G7, con i quali condividiamo pienamente strategia e obiettivi». Non solo: «Siamo pronti a misure ancora più dure se queste non dovessero dimostrarsi sufficienti. Le sanzioni che abbiamo approvato, e quelle che potremmo approvare in futuro – aggiunge Draghi -, ci impongono di considerare con grande attenzione l’impatto sulla nostra economia». A destare preoccupazione, in particolare, il settore energetico, «già stato colpito dai rincari di questi mesi: circa il 45% del gas che importiamo proviene infatti dalla Russia, in aumento dal 27% di dieci anni fa». Oltre all’energia, prosegue, le sanzioni in essere includono «misure finanziarie, come il divieto di rifinanziamento per banche e imprese pubbliche in Russia, e il blocco di nuovi depositi bancari verso istituti di credito dell’Ue; misure sul settore dei trasporti, il blocco dei finanziamenti per nuovi investimenti in Russia e misure di controllo delle esportazioni; la sospensione degli accordi dei visti per passaporti diplomatici e di servizio russi».

Per quanto riguarda la presenza militare, «le forze italiane che prevediamo essere impiegate dalla Nato sono costituite da unità già schierate in zona di operazioni: circa 240 uomini attualmente schierati in Lettonia, insieme a forze navali, e a velivoli in Romania». A queste se ne aggiungeranno altre che «saranno attivate su richiesta del Comando alleato. Per queste, siamo pronti a contribuire con circa 1.400 uomini e donne dell’Esercito, della Marina e dell’Aeronautica, e con ulteriori 2militari militari disponibili». Intanto la raccomandazione per i connazionali presenti in Ucraina – circa 2mila – è di «seguire le indicazioni delle autorità locali e di valutare con estrema cautela gli spostamenti via terra dentro e fuori il Paese». Nell’attesa di una «evacuazione in condizioni di sicurezza» che si sta pianificando in coordinamento con le principali ambasciate Ue, alla luce della chiusura dello spazio aereo e della situazione critica sul terreno. L’ambasciata italiana a Kiev nel frattempo resta «aperta e pienamente operativa» e «mantiene i rapporti con le autorità ucraine, in coordinamento con le altre ambasciate, anche a tutela degli italiani residenti. Resta in massima allerta ed è pronta a qualsiasi decisione. Abbiamo già provveduto a spostare il personale in un luogo più sicuro», informa ancora il presidente del Consiglio.

Rinnovata la solidarietà del popolo e del governo italiano alla popolazione ucraina e al presidente Zelensky. «Il ritorno della guerra in Europa non può essere tollerato – le parole di Draghi -. L’Italia condanna con assoluta fermezza l’invasione, che giudichiamo inaccettabile. L’attacco è una gravissima violazione della sovranità di uno stato libero e democratico, dei trattati internazionali e dei più fondamentali valori europei».

25 febbraio 2022