Ucraina, Borrell: «Avanti con la difesa europea»

L’Alto rappresentante Ue per la politica estera: «Servirà una posizione più forte e la disponibilità a pagare un prezzo. Le conseguenze saranno di lunga durata»

L’Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza comune dell’Unione europea Josep Borrell fa il punto, davanti al Parlamento europeo riunito a Strasburgo, su quanto avvenuto in Europa dal giorno dell’attacco russo all’Ucraina, il 24 febbraio, e soprattutto su quello che attende l’Ue. «Abbiamo fatto molti passi in avanti, impensabili, ma non abbiamo fatto abbastanza, perché avremmo dovuto essere più celeri», ha detto. Quindi, guardando al futuro, ha annunciato che servirà «una posizione più forte da parte nostra e la disponibilità a pagare un prezzo perché le conseguenze saranno di lunga durata e plasmeranno le politiche Ue negli anni e nei decenni a venire».

Nel discorso di Borrell, delineati i tratti che avrà la «nuova epoca storica» iniziata il 24 febbraio. A partire dal fatto che «noi europei non amiamo la guerra ma questo non ci esime dal compito di pensare la guerra». Ha usato la metafora del giardino bellissimo che è l’Europa ma che oltre che curato e potato va difeso dalla «giungla che è tutta intorno», con una forza di difesa complementare alla Nato e prevista dai Trattati europei. In secondo luogo, ha evidenziato l’Alto rappresentante Ue, «dobbiamo tagliare il cordone che unisce la nostra economia a quella di Putin per tagliare le riserve che possono finanziare la guerra». Dalle vicende in Crimea a oggi, ha ricostruito, la nostra dipendenza dal gas russo è aumentata. Ora «in modo sistematico la dobbiamo ridurre». In ogni caso, è l’analisi di Borrell, «la difesa dei valori liberali non potrà essere portata avanti senza l’impegno politico dei cittadini pronti a pagare un prezzo».

In terzo luogo, ha continuato, si tratterà di «lottare contro una narrativa che dice che siamo stati noi occidentali» a iniziare la guerra e a minacciare con l’atomica il divampare di un nuovo conflitto mondiale. Di qui l’invito agli eurodeputati a un più intenso «lavoro di diplomazia parlamentare per spiegare che cosa sta accadendo in Ucraina», operando una distinzione di piani «tra una singola persona appoggiata da un regime di oligarchi corrotti e il popolo russo che scende in piazza per protestare e finisce in prigione». Ancora, ha detto, occorre capire, nonostante la mobilitazione internazionale nel condannare la Russia, cosa sta accadendo in quei Paesi soprattutto africani che si sono astenuti nel voto in sede Onu. E in ogni caso «dovremo continuare a lavorare per il cessate il fuoco e negoziati diretti e incondizionati sotto gli auspici delle Nazioni Unite».

9 marzo 2022