Ucraina: ancora bombe su Kiev

Un'altra notte di missili sulla Capitale. Sirene ininterrotte fino alla mezzanotte, quindi all'alba almeno 3 esplosioni in una zona residenziale. Esplosioni anche a Kharkiv. Intanto continuano - in video conferenza - i negoziati con la Russia. Prevista l'apertura di 4 corridoi umanitari

Sirene, missili e bombardamenti. Ancora una notte di paura, su Kiev, dove le sirene hanno suonato ininterrotte fino alla mezzanotte mentre l’alba ha “svegliato” la Capitale ucraina con alcune violente esplosioni – almeno tre – avvenute in una zona residenziale ma avvertite in tutta la città. Colpito un palazzo di 10 piani, con molti degli appartamenti avvolti dalle fiamme. Stando a fonti locali non confermate, si tratterebbe di missili balistici. Le esplosioni – secondo quanto si vede in alcuni video pubblicati sui social dalle Forze armate ucraine – hanno interessato un palazzo residenziale di 10 piani a Kiev. Numerosi gli appartamenti in fiamme. Almeno due le vittime, riferisce il servizio di emergenza ucraino. Segnalate esplosioni anche a Kharkiv.

La Capitale ucraina è stata sotto coprifuoco per tutta la notte, quindi, alle 7 del mattino, ancora sirene e ancora scoppi. L’attacco della Russia sembra stringersi su Kiev, nonostante i nuovi tentativi di dialogo in programma per oggi, 15 marzo. I rappresentanti di Russia e Ucraina infatti si incontreranno ancora – in videoconferenza -, alla ricerca di un accordo che metta fine al conflitto. Invariata la richiesta del governo di Kiev: l’immediato “cessate il fuoco” e il ritiro delle truppe russe dal territorio ucraino. Il presidente Volodymyr Zelensky rivendica, nel suo video messaggio, il buon lavoro svolto ieri dalla delegazione ucraina impegnata nei colloqui e riferisce di aver parlato con il primo ministro israeliano Naftali Bennett nell’ambito degli sforzi per «porre fine rapidamente alla guerra» e raggiungere una «pace onesta». Lo stesso Bennett, impegnato nella mediazione per una soluzione pacifica, ha parlato anche con il presidente russo Vladimir Putin. E un invito alla «massima moderazione» nella gestione della crisi arriva anche dalla Cina, attraverso il direttore della Commissione affari esteri del Partito comunista cinese Yang Jiechi, che ieri ha incontrato a Roma il consigliere per la Sicurezza nazionale Usa Jake Sullivan. Sottolineata da Jiechi anche l’importanza di proteggere i civili e di prevenire una crisi umanitaria su larga scala.

Per la giornata di oggi, in programma l’apertura di 4 corridoi umanitari per l’evacuazione dei civili da altrettante città nella regione nord-orientale di Sumy, vicino al confine russo. Stando a un messaggio di Telegram di Dmytro Zhyvytsky, capo dell’amministrazione regionale di Sumy, le vie di evacuazione dalle città di Sumy, Konotop, Trostianets e Lebedyn sono attive tra le 9 e le 21 ora locale (dalle 8 alle 20 italiane). Ma la vicepremier Irina Vereschchuk – secondo quanto riporta Sky News – punta ad aprire nove corridoi umanitari, sebbene i precedenti tentativi di evacuazione dei civili siano stati interrotti a causa degli attacchi russi. Intanto il presidente ucraino Zelensky ha presentato un disegno di legge per estendere per altri 30 giorni la legge marziale introdotta nel Paese il 24 febbraio scorso, giorno dell’attacco russo. Lanciato anche un sito internet, da parte del governo di Kiev , per raccogliere donazioni in bitcoin e altre valute virtuali a supporto dell’Ucraina contro l’invasione russa e incanalare le risorse alla banca centrale ucraina.

Sui social, Zelensky fornisce anche le cifre della guerra. In un post su Telegram, assicura che le forze di Kiev stanno infliggendo «perdite devastanti» al nemico: «Presto si arriverà a centinaia di elicotteri abbattuti, hanno già perso 80 caccia, centinaia di carri armati e migliaia di altri armamenti». In 19 giorni, afferma ancora in un discorso diffuso online, «l’esercito russo ha già avuto più soldati morti che nelle due sanguinose guerra in Cecenia». Quindi, in russo, si rivolge direttamente ai militari dell’esercito nemico: «Vi offro una scelta: a nome del popolo ucraino, vi diamo la possibilità di vivere. Se vi arrendete alle nostre forze militari, vi tratteremo come devono essere trattati gli esseri umani: con dignità. Il modo in cui non siete stati trattati dal vostro esercito. E il modo in cui il vostro esercito non tratta la nostra gente. Scegliete». E ancora: «Sono grato a quei russi che non smettono di cercare di divulgare la verità, che stanno lottando contro la disinformazione e raccontano fatti reali ai loro amici e alle loro famiglie. Personalmente – prosegue – sono grato a quella donna che è andata nello studio del primo canale con un cartello contro la guerra». Il riferimento è a Maria Ovsiannikova, una dipendente della principale rete televisiva russa, che si è messa dietro alla conduttrice del notiziario del canale tv Pervy Kanal, esponendo uno striscione sul quale era scritto: «No alla guerra. Fermate la guerra. Non credete alla propaganda, qui vi dicono bugie». È stata immediatamente arrestata.

Dall’altra parte della barricata, il portavoce del ministero della Difesa russo Igor Konashenkov afferma che «le forze armate russe hanno preso il pieno controllo dell’intero territorio della regione di Kherson», nell’Ucraina meridionale.

15 marzo 2022