Ucciso a Gaza un membro dello staff di Save the Children

Sameh Ewaida, 39 anni, al lavoro per l’organizzazione dal 2019, è stato colpito da un attacco aereo israeliano sulla Striscia, insieme alla sua famiglia: 28 persone

Lavorava per Save the Children dal 2019, Sameh Ewaida, padre di 4 figli, ucciso ieri, 12 dicembre, da un attacco aereo israeliano a Gaza, insieme alla sua famiglia. Ne ha dato notizia ieri sera, «con profonda tristezza», l’organizzazione internazionale. «Si ritiene che tutti i suoi figli, sua moglie Fatima e molti altri membri della sua famiglia allargata, composta da 28 persone, siano stati uccisi a seguito di un attacco aereo israeliano domenica 10 dicembre o lunedì 11 dicembre – scrivono in una nota -. Sameh, membro dell’équipe amministrativa, sarà ricordato dai suoi colleghi per la gioia e la gentilezza che diffondeva nel suo lavoro, e per la sua generosità».

A parlare per l’organizzazione è Inger Ashing, direttrice generale di Save the Children. «Non riusciamo a trovare parole abbastanza forti per esprimere il nostro orrore e il nostro dolore per la perdita di Sameh, dei suoi quattro figli e dei membri della sua famiglia – afferma -. Sameh era molto amato dal nostro team a Gaza, che lavora instancabilmente per sostenere bambine e bambini nelle condizioni più difficili e pericolose. Il nostro personale umanitario esperto oggi è anche tra coloro che hanno bisogno di protezione e sostegno. Come tutti i civili di Gaza – rileva -, molti sono stati costretti a lasciare le loro case, hanno visto uccidere i loro cari e sono stati privati del necessario per vivere. Condanniamo il continuo bombardamento di Gaza da parte delle forze israeliane, che sta causando sofferenze indicibili alla popolazione civile e la morte di Sameh, della sua famiglia e di molte altre persone».

Nelle parole di Ashing, «questo conflitto è il più letale per quanto riguarda l’uccisione di personale Onu e umanitario. È una macchia sulla nostra coscienza collettiva il fatto che queste persone siano state uccise mentre cercavano di aiutare altri a sopravvivere a questo brutale conflitto. La perdita del nostro collega Sameh e della sua famiglia è un oltraggio. Saremo inflessibili nel continuare a chiedere il rispetto del diritto internazionale umanitario e la responsabilità a risponderne per coloro che lo violano. Sameh e la sua famiglia non saranno mai dimenticati – assicura -. Troppe famiglie come quella di Sameh sono state uccise, troppe comunità sono state distrutte. Migliaia di altre persone a Gaza sono state uccise. Ribadiamo con urgenza il nostro appello per un cessate il fuoco definitivo».

13 dicembre 2023