Uccisi in Libano due operatori Onu

Nuovi raid di Israele sul sud del Paese e nella periferia di Beirut. Tra le vittime, un altro comandante di Hezbollah. Morti anche due membri dello staff Unhcr. Il segretario Onu Guterres: «Il mondo non può permettersi che diventi un’altra Gaza»

Intercettato dal sistema di difesa aerea israeliano il primo missile mai lanciato da Hezbollah verso il centro di Israele. Nel bersaglio, la base del Mossad a Tel Aviv. Scattate le sirene d’allarme. Stando all’esercito israeliano, sono 250 i jet militari dell’aeronautica che si sono alzati in volo, tra lunedì 23 e martedì 24 settembre, dalla base militare nel centro di Israele e da quelle nel Golan, per colpire l’arsenale con cui Hezbollah attacca il nord del Paese e l’area di Haifa.

Già 20mila, secondo le autorità libanesi, le persone in fuga dal Libano del sud, mentre le vittime sono salite a 558. Tra loro anche 50 bambini, riferiscono da Beirut. Ucciso un altro comandante di Hezbollah, ma anche due membri dello staff dell’Unhcr, l’Agenzia Onu per i rifugiati. Ne dà notizia su X l’Alto commissario Filippo Grandi, parlando delle «centinaia di vittime civili» causate dai raid israeliani. Basti pensare che nel primo pomeriggio le forze aeree di Israele hanno preso di mira un edificio residenziale nel sud di Beirut, zona Rabiri, quartier generale di Hezbollah. Rasi al suolo tre piani di una palazzina. L’obiettivo era Ibrahim Qubaisi, comandante militare dell’unità missili e razzi del gruppo sciita, che era in riunione con altri capi militari, probabilmente rimasti uccisi anche loro. Con questo, salgono a 5 gli attacchi a Beirut dall’inizio della guerra.

A margine dell’assemblea Onu, è intervenuta da New York anche la premier italiana Giorgia Meloni, puntando i riflettori sulla sicurezza dei mille soldati italiani impegnati nella missione Unifil (United Nations Interim force in Lebanon). «Sul Libano – ha detto parlando alla stampa italiana – la grande sfida è arrivare in qualche maniera a un cessate il fuoco, a una de-escalation». Fatto salvo il diritto di Israele alla difesa, Meloni ha rimarcato che «una guerra su larga scala non conviene a nessuno. Quindi stiamo continuando a passare i nostri messaggi di moderazione, stiamo lavorando come sempre con i nostri alleati, anche come presidenti del G7, e con loro dobbiamo valutare le iniziative da portare avanti. Ci sono delle interlocuzioni che si stanno muovendo – ha assicurato -, ovviamente partendo sempre dalla necessità di fare tutti qualche passo indietro».

Un invito a una «soluzione diplomatica» è arrivato anche dal presidente Usa Joe Biden, nel suo intervento all’assemblea generale delle Nazioni Unite, nel quale ha invitato il premier israeliano Netanyahu e Hamas ad accettare l’accordo di tregua e rilascio degli ostaggi. E intanto i combattimenti a Gaza continuano. Il segretario generale Onu Antonio Guterres ha rilanciato con forza: «Il mondo non può permettersi che il Libano diventi un’altra Gaza».

Resta caldo, comunque, il fronte settentrionale di Israele. Nella giornata di ieri, 24 settembre, sono stati lanciati – e rivendicati – in tutto dai miliziani di Hezbollah 270 razzi sulla Galilea e nella zona di Haifa. In serata, le Forze di difesa israeliane hanno riferito di aver distrutto circa 400 lanciarazzi a medio raggio, 70 depositi di armi e 80 tra droni e missili da crociera nella disponibilità del partito di Hassan Nasrallah. Complessivamente, hanno riferito, sono stati colpiti oltre 1.500 obiettivi in 200 diverse aree del Libano, sparando circa 2mila ordigni.

«Israele continuerà a colpire Hezbollah», ha dichiarato il premier Netanyahu, che intanto ha accorciato il suo viaggio negli Stati Uniti, pertanto interverrà all’assemblea Onu domani, giovedì 26 settembre, e non più venerdì. «La nostra guerra – ha aggiunto – non è contro i libanesi, con cui vogliamo vivere in pace, ma è contro l’organizzazione terroristica di Nasrallah. Vi sta portando sull’orlo dell’abisso – ha continuato, rivolto al popolo  del Libano -. Vi ho detto di evacuare le case dove hanno messo un missile nel soggiorno e un razzo nel garage. Chi ha un missile nel soggiorno e un razzo nel garage non avrà più una casa».

A rincarare la dose, il capo di stato maggiore Herzi Halevi: «Non dobbiamo dare tregua al gruppo sciita, accelereremo le operazioni offensive». Nella serata di ieri, 24 settembre, sono ripresi intanto gli attacchi libanesi su Israele, con tre droni lanciati contro il Monte Carmelo, ad Haifa. Non tutti sono stati abbattuti. Sospesi, nel frattempo, i voli di 16 compagnie aeree che ancora operavano su Tel  Aviv, tra cui British Airways, Iberia e Lufthansa.

25 settembre 2024