Uccisa dalla mamma la piccola scomparsa a Catania

La donna aveva denunciato il rapimento per coprire l’omicidio. Ha confessato a carabinieri e Procura. Ercoli (Fonte d’Ismaele): «Ripensare l’impegno di tutti accanto ai minori e alle loro famiglie»

È stato ritrovato nel catanese il corpo della piccola Elena, 5 anni, uccisa dalla mamma. La stessa che solo ieri, 13 giugno, ne aveva denunciato il rapimento a opera di  tre persone incappucciate che  l’avevano prelevata nel primo pomeriggio a Tremestieri etneo. Poi, nella notte, la confessione e il ritrovamento del cadavere, in un campo incolto, a 200 metri dall’abitazione della donna, separata dal marito.  «Non ero in me», ha dichiarato al termine della confessione che ha portato al fermo – in attesa di convalida -, senza riuscire a spiegare come e perché avrebbe commesso il delitto. La Procura in ogni caso sta predisponendo il suo fermo per omicidio pluriaggravato e occultamento di cadavere.

«La vicenda della piccola Elena trovata morta e uccisa dalla mamma ci ripropone nella sua drammaticità la necessità di ripensare l’impegno di tutti, istituzioni e società civile, accanto ai minori e alle loro famiglie, spesso fragili e in difficoltà». A parlare da Roma è Lucia Ercoli, coordinatrice dell’Osservatorio sui diritti dei minori vulnerabili Fonte d’Ismaele. «Il disagio che sfocia in violenza non viene intercettato – aggiunge – perché sui territori sono poche le “sentinelle” che dovrebbero tutelare soprattutto i più piccoli. Penso agli assistenti sociali cronicamente sotto numero e male distribuiti. Ora è il momento del dolore ma anche della consapevolezza – conclude – che c’è bisogno urgente di un cambio di passo a livello nazionale sulla tutela dei minori. Non possiamo sempre versare lacrime da coccodrillo». L’auspicio è che nel Piano nazionale di ripresa e resilienza ci siano le risorse per «moltiplicare le “antenne” sui territori per tutelare i più piccoli e per intercettare il disagio famigliare sempre più crescente».

14 giugno 2022