“Turner”, vita e opere di uno dei più grandi pittori dell’800

Gli ultimi 25 anni di vita del celebre pittore inglese William Turner sono raccontati nel nuovo film di Mike Leigh

Gli ultimi 25 anni di vita del celebre pittore inglese William Turner sono raccontati nel nuovo film di Mike Leigh

Quando il cinema si occupa di pittura, il gioco di specchi è inevitabilmente in agguato. È accaduto di recente con “Big eyes”, diretto da Tim Burton sui due pittori coniugi e sulla truffa perpetrata dal marito ai danni della moglie negli Stati Uniti a cavallo tra anni ’50 e ’60 del secolo scorso. L’argomento torna in primo piano con “Turner”, il film che Mike Leigh dedica agli ultimi 25 anni di vita di William Turner, celebre pittore inglese , appena uscito nelle sale.

Turner nasce a Londra il 23 aprile 1775 e muore a Chelsea il 19 dicembre 1851. Il copione lo coglie all’inizio di ritorno da uno dei tanti viaggi fatti nel continente, dove andava per osservare e studiare paesaggi, colori, sfumature. La sua quotidianità è impregnata di un forte spirito britannico. È molto legato al padre, un signore severo e compito, che sorveglia l’attività del figlio e muore a 91 anni nel 1829, lasciando nell’artista un vuoto profondo che fa emergere in lui un carattere scorbutico, scostante, quasi cinico nei confronti delle due figlie e della loro mamma. È ancora giovane Turner quando entra alla Royal Academy of Arts, luogo di elezione dove riuscirà ad esporre dipinti quasi ogni anno. La sua poetica pittorica evolve tanto da riuscire a cogliere squarci di luce e prospettive di contrasti cromatici fino a quel momento inediti, facendo leva sulla scelta di luoghi, oggetti, situazioni colti in momenti di grande naturalezza.

Attratto dal mare nelle sue mille variazioni dinamiche, Turner affitta una camera con finestra sul porticciolo da dove disegna suggestivi scenari. E intanto, attratto dalla proprietaria, avvia con lei una relazione quasi segreta che dura fino alla morte. Intorno alla metà dell’Ottocento, eccolo mettersi in posa davanti ad uno strano strumento, che impressiona i soggetti su una lastra. Irrompe la fotografia, e il mondo dell’immagine non sarà più lo stesso. Arrivato a farsi legare all’albero di una nave durante le intemperie per dipingere meglio una tempesta, continua un’ inesauribile ricerca nei mutamenti del colore, cercando di tenersi al passo con i tempi, a quella che, soprattutto in Inghilterra, era l’incombere della modernità, nelle arti ma anche nella scienza e nella vita quotidiana.

Forse è proprio questo sguardo aperto sul futuro a motivare la scelta fatta da Leigh, che vede in Turner «non solo un grande pittore ma un pittore cinematico, di cui mi affascina il contrasto, la tensione tra un’umanità dura, complessa e le sue opere sublimi». Del resto la sua ultima frase, sul letto di morte, è stata «il sole è Dio».

3 febbraio 2015