Turchia e Siria: a rischio 7 milioni di bambini

L’allarme di Save the Children dopo il terremoto del 6 febbraio. Il pericolo di sviluppare problemi di salute mentale e l’urgenza di un supporto psicologico

Dopo il terremoto del 6 febbraio in Turchia e Siria, è allarme salute mentale, soprattutto per i bambini nelle regioni colpite. A denunciarlo è Save the Children, i cui team di supporto psicosociale e di salute mentale sono al lavoro nei due Paesi, così come in Libano, per garantire ai più piccoli l’accesso al sostegno di cui hanno bisogno. Tra le 23 milioni di persone colpite dal sisma si contano infatti almeno 7 milioni di bambini, molti dei quali hanno assistito alla morte di amici e familiari; altri sono rimasti sepolti sotto le macerie delle loro case crollate; molti non hanno ancora un posto sicuro dove andare. E mostrano segni di grave disagio, inclusi incubi, aggressività o chiusura.

I bambini che hanno vissuto eventi estremamente angoscianti o stress ripetuti, spiegano dall’organizzazione internazionale, «hanno maggiori probabilità di avere impatti di lunga durata per mesi o addirittura anni a venire, a meno che non venga fornito urgentemente supporto per la salute mentale e psicosociale insieme agli aiuti umanitari». A chiarirlo è Aiida, una psicologa che lavora per Save the Children: «In questi casi, i bambini rischiano di sviluppare problemi di salute mentale, soprattutto perché si sono verificati diversi eventi uno dopo l’altro, le scosse di assestamento sono ancora in corso, senza un periodo di recupero. A lungo termine – aggiunge -, tutto ciò può avere un impatto su molti aspetti della vita dei più piccoli, comprese difficoltà di apprendimento, concentrazione e rendimento scolastico. Un bambino che ha vissuto eventi potenzialmente letali può rimanere concentrato principalmente sull’esigenza di sentirsi al sicuro e funzionare in modalità di sopravvivenza, ciò che possiamo anche chiamare una risposta di fuga, lotta o congelamento».

L’esposizione allo stress prolungato, insomma, può avere un effetto devastante sulla salute mentale e sul benessere dei bambini e portare a quello che viene comunemente definito “stress tossico”. «I bambini che abbiamo incontrato mostrano segni di aggressività, sono chiusi e parlano poco – riferisce Zehra, operatrice di salute mentale che lavora per Save the Children in Turchia -, mentre altri, al contrario, vogliono molte attenzioni. I genitori ci dicono anche che i loro figli hanno gli incubi», racconta, spiegando che l’impatto emotivo dei terremoti sta mettendo a dura prova i minori del Paese. Ad Antakya, Hatay e nei villaggi remoti duramente colpiti in Turchia, i team di Save the Children hanno organizzato attività a misura di bambino per i minori dai 5 ai 12 anni, in modo che abbiano un posto sicuro dove giocare, imparare ed esprimere il loro dolore e la loro perdita. «Durante un’attività di supporto psicosociale, due bambini hanno disegnato immagini di cadaveri. È una reazione comune dopo un evento come questo – prosegue  Zehra -. I disegni sono il linguaggio dei bambini, il loro modo di parlare ed esprimere ciò che provano e di elaborare ciò che è accaduto. Ecco perché è fondamentale aumentare la risposta e aprire più spazi a misura di bambino in modo che tutti i più piccoli abbiano accesso a questo tipo di attività».

Particolarmente delicata la situazione in Siria, dove dopo 12 anni di conflitto e crisi economica, «il sostegno alla salute mentale era già un bisogno significativo prima del terremoto», rilevano da Save the Children. Secondo i dati delle Nazioni Unite del dicembre 2022, quasi la metà di tutti i bambini intervistati mostrava segni di disagio psicologico e il 26% delle famiglie ha riferito che il motivo per cui i propri figli non volevano andare a scuola era perché si sentivano depressi, infelici o privi di motivazione. Ma le crescenti preoccupazioni per il disagio psicologico alimentate dai terremoti non si fanno sentire solo in Siria e Turchia. In Libano, informano dall’organizzazione umanitaria, le onde d’urto dei terremoti hanno riacceso ricordi strazianti dell’esplosione del porto di Beirut nel 2020, che ha ucciso almeno 218 persone e ne ha ferite oltre 7mila. I bambini che ne erano stati traumatizzati hanno maggiori probabilità di rivivere quel momento a causa del terremoto e delle scosse di assestamento, ha spiegato ancora Aiida. «Anche i più piccoli episodi possono essere destabilizzanti: vedere oggetti tremare o cadere dagli scaffali, rimanda immediatamente a ciò che è accaduto durante l’esplosione di Beirut. Abbiamo visto casi simili. A volte i bambini collegano addirittura i tuoni e fulmini all’esplosione, e ciò potrebbe essere la spia di una condizione di disagio duraturo».

Ad aggravare la situazione, il fatto che terremoto e onde d’urto abbiano raggiunto le persone nelle loro case di notte, aumentando il senso di paura. Molte le famiglie che, in tutto il Libano, hanno scelto di dormire in auto perché non si sentivano al sicuro a casa o sono fuggite sulle montagne per paura di uno tsunami. Nei bambini piccoli gli operatori di Save the Children hanno osservato un aumento dell’attaccamento e dell’ansia da separazione, un bisogno di dormire accanto ai loro cari di notte e stare accanto a loro durante il giorno. Anche la sovraesposizione a notizie e immagini angoscianti che circolano attraverso i social media gioca un ruolo nei livelli di stress dei minori, specialmente tra gli adolescenti. A fronte di tutto questo, agli operatori sanitari mancano informazioni su come fare fronte alla situazione. Proprio per questo i team di supporto psicosociale e di salute mentale di Save the Children in Libano, Siria e Turchia stanno lavorando insieme per condividere esperienze pratiche per garantire ai bambini l’accesso al supporto di cui hanno bisogno. In tutti e tre i Paesi, l’organizzazione ha sviluppato messaggi per operatori sanitari, insegnanti e operatori in prima linea su come sostenere i bambini che hanno vissuto eventi dolorosi e su come parlarne con loro. In stretta collaborazione con il governo locale turco e attraverso partner locali in Siria, sta allestendo anche spazi a misura di bambino e attività di supporto psicosociale incentrate sui più piccoli, parallelamente all’assistenza salvavita a minori e famiglie.

20 febbraio 2023