«Tristezza e indignazione» per la morte di 17 profughi Rohingya
La denuncia di Save the Children: erano su una barca che si è capovolta al largo delle coste del Myanmar. Molti dei corpi trovati senza vita erano di bambini tra gli 11 e i 12 anni. Più di 50 i dispersi
La barca su cui viaggiavano si è capovolta sabato 21 maggio, al largo delle coste del Myanmar. Sono morti così almeno 17 profughi Rohingya, tra cui diversi bambini, che erano tra i 90 a bordo. Più di 50 persone rimangono disperse. A denunciarlo è Save the Children, esprimendo «grande tristezza e indignazione». L’organizzazione internazionale ricorda che maggio è il primo mese della stagione dei monsoni nella regione e questo aumenta il rischio di capovolgimento per coloro che intraprendono pericolosi viaggi per mare alla ricerca di una vita migliore.
Centinaia di Rohingya sono morti in simili incidenti in barca negli ultimi anni. Per Sultana Begum, Regional Humanitarian Advocacy and Policy Manager di Save the Children, «questo dovrebbe essere un campanello d’allarme per tutti noi. La lunga persecuzione del popolo Rohingya ha ora mietuto nuove vittime innocenti, tra cui anche bambini. Le passate esperienze di violenza, così come la povertà e l’insicurezza, spingono le famiglie Rohingya a compiere questi viaggi mortali in mare alla ricerca di una vita migliore», prosegue Begum, evidenziando che «queste traversate sono estremamente pericolose e coloro che fuggono rischiano la morte, gravi danni fisici e mentali e la malattia. La necessità di garantire che i Rohingya siano al sicuro, rispettati e protetti è più urgente che mai».
Da Begum anche un monito ai Paesi della regione a «sviluppare un sistema per monitorare i movimenti delle barche dei profughi e rispondere rapidamente per prevenire ulteriori perdite di vite umane in mare. Dovrebbero quindi garantire che i loro diritti di rifugiati siano rispettati – aggiunge -. Senza questo, è difficile vedere come la prossima generazione di bambini Rohingya possa avere un futuro in cui siano al sicuro, protetti e i loro diritti siano tutelati».
Save the Children è una delle principali organizzazioni internazionali che lavorano nel distretto di Cox’s Bazar in Bangladesh. Da quando è iniziata la risposta umanitaria, nel 2017, sono stati raggiunti più di 600mila rifugiati Rohingya, tra cui 462.785 bambini.
26 maggio 2022