Tre suore al Luna park di Ostia

Da otto anni le Piccole sorelle di Gesù condividono la vita dei giostrai. 12 famiglie, una ventina di persone in tutto: un piccolo paese, solidale nelle necessità. «Sono mamme per noi, ci aiutano ad uscire dalle nostre solitudini»

Si passa frettolosamente davanti al Luna park di Ostia. Da lì svoltando si entra sulla via del Mare che collega a Roma. In pochi sanno che vi abitano all’interno 12 famiglie: una ventina di persone in tutto. I più piccoli sono Emma ed Oscar che “Papa Checco”, come sono soliti chiamarlo, ha benedetto ancora in pancia. Vengono da Roma, Reggio Emilia, Frosinone e dallo Sri Lanka: un piccolo paese, solidale nelle necessità. Tra le loro semplici casette un po’ appartate, una vecchia carovana di legno e un modulo per il deposito degli autoscontro ospitano tre religiose delle piccole sorelle di Gesù. Spazi essenziali, decisamente sobri e in 2 metri quadrati anche una piccola cappellina.

 

Le suore arrivano ad Ostia 8 anni fa dal Luneur dove la fraternità era presente dal 1966. Chiuso il parco si trasferiscono per continuare a essere accanto ai giostrai. «Me lo aveva chiesto la fondatrice – spiega suor Anna Amelia, 74 anni -. Vivere come una famiglia con loro per essere testimonianza di vita e fede, come Gesù a Nazareth, senza effetti speciali, nella condivisione, accoglienza reciproca che noi stesse spesso apprendiamo da loro». Dare gioia, portare la festa «ma quella artigianale, fatta di cose piccole». Una vita semplice, essenziale. Sveglia alle 7, colazione e lodi. Poi la Messa nella parrocchia attigua. La sistemazione della casa, un po’ di artigianato usando un piccolo forno per la terracotta. Suor Anna Amelia è impegnata nel dialogo ebraico-cristiano, suor Genevieve nella difesa dei diritti umani. Suor Emma è accanto ai rifugiati insieme alle suore Scalabriniane. Alle 12.30 il pranzo poi nel Luna park, dalle 15.30 alle 18. «Abbiamo due stand: uno per l’artigianato e uno con un gioco. Guadagniamo poco ma serve per essere presenti».

«Sono mamme per noi» spiega Patrizia, la dirimpettaia, che abita in una casetta di legno. «Ci aiutano ad uscire dalle nostre solitudini». Dezia, la mamma di Emma ricorda: «Abito da 40 anni al parco. Sono eccezionali. Abbiamo celebrato il suo battesimo nell’autoscontro e poi avviato un gruppo di preghiera, che ha riunito le mamme della classe di mia figlia. Sono la nostra salvezza», chiosa la nonna. Un parco in difficoltà, confessa Ginetto Pugliè – figlio di Giuseppe “il Cavaliere” di Reggio Emilia che lo ha fondato 48 anni fa – che sta sognando un rilancio per tornare ad essere un luogo di aggregazione e svago per le famiglie, promuovendo una sinergia preziosa tra istituzioni, chiesa, operatori sociali, associazioni.

«Bisognerebbe parlare meglio di Ostia nel suo insieme» confessa suor Anna Amelia, «che tutti recuperassimo amore per gli spazi puliti, per una maggiore informazione, comunicare il bello, imparare ad accogliere, tutti». A dare il proprio contributo anche la Fondazione Migrantes che ha scelto Ostia dal 20 al 22 novembre per l’incontro nazionale degli operatori della pastorale del circo e del Luna park. “Testimoni del Vangelo di Gesù tra fieranti e circensi. L’accoglienza e l’ascolto della gente del viaggio”, il tema. Ad aprire i lavori il direttore generale don Giovanni De Robertis. Poi le relazioni di padre Fabio Baggio, sottosegretario del dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale e di monsignor Piergiorgio Saviola. Il 21 novembre la celebrazione nella parrocchia Maria Regina Pacis di Ostia. Quindi spazio a “Fieranti e circensi si raccontano”.

 

Nel pomeriggio l’intevento di don Marco Cagnin, operatore pastorale della diocesi di Treviso. Il 22 le conclusioni con don Mirko Dalla Torre della Consulta nazionale dello spettacolo viaggiante e la celebrazione eucaristica per i 50 anni di professione religiosa di sorella Genevieve Joseph: «50 anni di amore per Gesù e a pasqua anche di servizio ai giostrai» sottolinea. «Ho ricevuto tanto dalla loro accoglienza per tutti. Nel Luna park si cerca gioia, luce. Tutti ne abbiamo bisogno» ricorda, mostrando il piccolo Gesù in terracotta sorridente.

 

19 novembre 2018