“Tre sorelle”: Vanzina e le donne

Il film – per la prima volta tutto al femminile – su Amazon Prime dal 27 gennaio. Il racconto di una realtà che confina con la favola, chiamando lo spettatore a una complicità scoperta

Siamo a Roma nel 2019, Ferragosto è alle porte. Su uno dei magici terrazzi della Capitale vive Marina Vigorelli, signora borghese, sposata da 18 anni con un primario, due figli e un presente fatto di ostentata leggerezza. Il suo mondo crolla quando scopre che il marito ha una relazione con un suo assistente. Marina si confida con la sorella Sabrina, anche lei lasciata dal coniuge causa reiterati tradimenti. Bisogna cambiare aria; le due donne decidono di trasferirsi nella villa di Marina al Circeo. Accompagnate da Lorena, la massaggiatrice, e raggiunte da Caterina, la terza sorella. Il proposito di passare un periodo di tranquilla solitudine è interrotto dall’arrivo di Antonio… È l’avvio della storia del film Tre sorelle.

Enrico Vanzina ha scritto oltre cento copioni tra cinema e televisione, a partire dagli anni Settanta. Insieme al fratello Carlo, venuto a mancare nel luglio 2019, hanno lasciato un segno indelebile su quel cinema “di commedia” che, nel solco dell’eredità del padre Steno, rappresenta da un trentennio abitudini, pregi e difetti del costume italiano. «Per me – dice Enrico, che abbiamo sentito in questa occasione – Tre sorelle rappresenta una sfida. Per la prima volta mi trovavo a fare un film tutto al “femminile”, senza qualche grande comico nazionale. Accanto alla commedia c’è il lato sentimentale. Per farlo emergere ho puntato tutto sulla sincerità delle interpreti, sulla loro sensibilità nel dare spazio alle emozioni».

Il film è disponibile sulla piattaforma Amazon Prime dal 27 gennaio. Si tratta di una scelta che Vanzina rivendica con convinzione: «Negli anni ’50 – dice – quando i film cominciarono a essere trasmessi in televisione, qualcuno alzò grida di dolore. Sembrava che per il cinema fosse prossima la fine ma non è stato così. Sono convinto che il cinema in sala non morirà mai, non bisogna aver paura dei cambiamenti tecnologici».

La storia scorre lungo binari semplici ma non banali, grazie soprattutto a una sceneggiatura che coniuga comicità e divertimento, mettendo in primo piano tre, anzi quattro protagoniste brave a dare spazio all’ironia, a scherzare su guai familiari e infelicità, a vivere ogni situazione con intelligenza e leggerezza: Serena Autieri/Marina, fresca e luminosa; Giulia Bevilacqua/ Sabrina, sola e tormentata; Chiara Francini/Caterina, sfortunata in amore ma con una passione forte per il cinema; Rocio Munoz Morales/Lorena, alle prese con la durezza di una vita difficile. Quattro interpreti alle quali il regista chiede totale adesione alle esigenze di una realtà che confina con la favola. Il narratore Luca Ward commenta: «Tutto sommato è quasi un happy end». Finale che chiama lo spettatore a una complicità scoperta e diretta. Nel solco di una tradizione autenticamente popolare e di un procedere narrativo fatto di verità e di piccole/ grandi gioie quotidiane.

7 febbraio 2022