Tre C contro tre P, per attivare il ciclo del benessere
Lo sviluppo di Contentezza di sé, Condivisione e Cooperazione e il riconoscimento del valore positivo di Piacere, Possesso e Potere per promuovere una cultura che favorisca libertà e responsabilità
Ad oggi, con sempre più forza, viene affermato un pluralismo etico; la liquidità di cui parlava il sociologo Zygmunt Bauman ha raggiunto anche i valori; i punti fermi con cui tante generazioni sono cresciute e si sono formate ora non vengono più riconosciuti all’unisono. Se ci fermiamo un attimo a riflettere, nella nostra cultura occidentale, in realtà alcuni valori sono stati rinforzati ampiamente dalla mentalità capitalistica, e cioè Piacere, Possesso e Potere, chiamati anche le 3 P (C. Molari).
La ricerca estrema del piacere più che della pienezza riduce spesso sé e l’altro a essere considerati come oggetti, non permette di tenere in conto la dimensione verticale e valoriale dell’essere umano, ma ci fa perdere anche quella orizzontale: l’incontro con l’altro in quanto essere umano, diverso, creato per starci “di fronte”. Il piacere in questa visione si fonde con il possesso dell’altro o delle cose, esasperando l’ego, che rimane il focus della ricerca di senso di ognuno.
Attraverso questo si portano al limite le relazioni familiari e affettive fino ad affermare un’appartenenza che non permette a chi ci è di fronte di differenziarsi e affermare la propria essenza di “altro”. Il potere rischia di farci perdere il dono delle relazioni paritarie, anche se i ruoli sono ben distinti, trasformando l’altro come qualcuno da superare più che come una fonte di ricchezza nell’incontro. In questa società allora può essere utile recuperare alcuni valori umanistico-esistenziali al fine di promuovere una cultura che favorisca l’autonomia, la libertà e la responsabilità.
Proponiamo allora le 3 C – Contentezza di sé, Condivisione e Cooperazione – nelle nostre famiglie, ai nostri alunni, ai nostri pazienti e utenti e ai nostri parrocchiani. Le 3 C, valori che riteniamo importante recuperare nella vita di oggi, possono essere promosse attraverso l’attivazione del “ciclo del benessere” (Mastromarino), basato sul riconoscimento del valore positivo delle 3 P (Piacere, Possesso, Potere) e sullo sviluppo delle 3 C (Contentezza, Condivisione e Cooperazione).
Il compito di genitori, educatori, insegnanti, psicologi, psicoterapeuti e sacerdoti diventa quindi quello di stimolare se stessi e le persone con cui sono a contatto a essere contenti di quello che sono, di quello che hanno e di quello che fanno in modo da poter attivare il ciclo del benessere. Al livello evolutivo il ciclo del benessere può essere attivato promuovendo alcuni processi di crescita: l’individuazione, la relazione e l’interdipendenza. Nella crescita dell’uomo, riappropriarsi del piacere di essere contenti di ciò che si è, implica la capacità di individuarsi. Ciò richiede il saper ascoltare i propri bisogni; essere consapevoli e saper gestire le proprie emozioni; avere fiducia in sé; conoscere e accettare le proprie competenze e i propri limiti; saper dilazionare la soddisfazione del piacere e infine sapersi definire.
A livello evolutivo, recuperare il senso di ciò che si ha (qualità personali, oggetti, etc.) per poterlo condividere, richiede la capacità di relazionarsi in modo sano. Le competenze alla base delle “buone relazioni” sono il sentirsi appagati di ciò che si ha, essere empatici (entrare nella prospettiva dell’altro), saper chiedere e dare, saper stare da soli e in compagnia, saper rinunciare e gestire il processo di legarsi e individuarsi.
Nell’esistenza umana, sembra ormai di fondamentale importanza riprendere contatto con il proprio potere personale al fine di cooperare attraverso lo sviluppo della capacità di interdipendere. Le competenze fondamentali per sviluppare l’arte dell’interdipendenza sono riconoscere e accettare il proprio potere; saper essere leader e gregario, come anche proponente e rispondente; saper essere assertivo e flessibile e infine saper riconoscere ed apprezzare le proprie caratteristiche per poter scegliere il proprio ruolo e i propri progetti nella società.
Nelle esperienze di terapia i consulenti possono promuovere il ciclo del benessere incoraggiando le persone a riconoscere i motivi e le modalità per cui si sono bloccate nel proprio processo di crescita, in modo da completarlo e promuovendo consapevolezza proponendo una modalità relazionale spontanea ed intima. È importante dare ai pazienti protezione, potenza e libertà di decidere. (Raffaele Mastromarino, psicoterapeuta e docente all’Università Salesiana, e Guido Paolopoli, psicoterapeuta)
12 gennaio 2018